Amore 2.0: quando la chimica batte la distanza
L’esempio perfetto di questa proposta è offerto dalla storia d’amore di Giuseppe Mulè e Markéta Kadlcková, una coppia che ora vive a Sydney, nata dall’esperienza Erasmus e cresciuta nella scelta di entrare in questo nuovo mondo dell’amore, sfidando prima se stessi e vincendo poi la distanza.
“What is love?” si chiedeva Nestor Haddaway in una delle sue migliori canzoni registrate a metà degli anni Novanta. Allo stesso modo, lo scrittore Robert Heinlein, con la sua famosa citazione, cercava di dare una risposta: “L’amore è quella condizione in cui la felicità di un’altra persona è essenziale per la propria”. Felice e soddisfatto di questo? Certo che no. Nel corso dei secoli il concetto di base dell'”amore” ha subito diversi cambiamenti e milioni di ristrutturazioni, ma ha sempre mantenuto la stessa forma: capacità di portare la felicità proprio dove c’era solo la prigione emotiva in attesa di essere liberata dai sentimenti delle persone, grandezza nel processo di riconoscimento di quanto sarebbe stato facile stendere una mano pronta ad aiutare, e forza nel recupero di situazioni conflittuali sul punto di portare a una spaccatura irrimediabile. Ma se da un lato Heinlein porta avanti il fragile punto di vista dell’amore, che aggira l’importanza di perseguire una felicità capace di abbattere i muri culturali e sociali di tutto il mondo stesso, dall’altro i Beatles hanno rinfrescato questa idea nel corso dei decenni con la loro rivoluzionaria “Love is all You need”: il loro nuovo concetto ha raggiunto un livello superiore di intelligenza che ha portato all’arricchimento del bagaglio culturale di tutti, così come i processi emotivi sono stati messi più in pratica, trasformando questo fenomeno teorico in uno molto più pragmatico. Allora, come funziona la nuova modernizzazione? Semplice! Primo passo: superare il problema della distanza utilizzando i nuovi strumenti tecnologici in grado di ricreare quell’atmosfera di “vicinanza fisica”, anche senza perdere quel pizzico di magia che serve anche quando la memoria ha un esaurimento “amoroso”; secondo passo: tenere sempre in forma il cuore dell’altro, per far sì che le lunghe telefonate e gli sms facciano il loro lavoro e che i messaggi di testo beneficino del tempo trascorso per le persone care. Dopotutto, tutto sembra un grande “selezionatore di forme”: più ci si impegna in un rapporto, più i risultati saranno evidenziati alla fine dello stesso; e, se per caso, le relazioni a distanza hanno trovato la via d’uscita dai “problemi di una volta”, un grande “grazie” va sicuramente dato alla tecnologia.
E quindi, qual è la parte migliore della società di oggi? La capacità di mettere facilmente in pratica ciò che il passato ci ha insegnato in anni di decadenza intellettuale e sociale e ciò che il futuro ci chiede di sviluppare giorno per giorno: più opportunità di felicità, espresse in amicizia o in amore. Ma ciò che davvero impressiona le generazioni future è la necessità di trovare una strada moderna che sembri irrimediabilmente astratta, ma di cui c’è un disperato bisogno: quella tecnologia che, infatti, permette all’amore di saltare su un piano più alto, di ribaltare le carte in tavola e di costruire quel “2.0” ormai totalmente immune da quel passato. L’esempio perfetto di questa proposta è offerto dalla storia d’amore di Giuseppe Mulè e Markéta Kadlcková, una coppia che ora vive a Sydney, nata dall’esperienza Erasmus e cresciuta nella scelta di entrare in questo nuovo mondo dell’amore, sfidando prima se stessi e vincendo poi la distanza.
Giuseppe e Markéta, come è nato il vostro amore?
G & M: «Una buona domanda, in realtà. Beh, ora viviamo a Sydney ma ci siamo conosciuti mentre stavamo facendo la nostra esperienza Erasmus a Szeged, in Ungheria, e ci stavamo godendo una delle tante feste che ESN organizza di solito per gli studenti internazionali. Inoltre, dato che avevamo amici in comune, era abbastanza normale che uscissimo insieme e ci frequentassimo: da quel momento in poi, abbiamo iniziato a frequentarci molto più spesso fino a diventare definitivamente una coppia, sapendo quanto sarebbe stato difficile continuare a farlo anche dopo la fine del periodo di mobilità, ma anche consapevoli di come il nostro amore si andava intensificando giorno dopo giorno».
È ancora possibile, al giorno d’oggi, iniziare una relazione a distanza? Se sì, quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
G&M: «Sicuramente oggi è più possibile di prima, grazie ai nuovi media che stanno sempre al passo con i tempi: anche se siamo prima eravamo lontani l’uno dall’altro, infatti, attraverso una semplice videochiamata su Skype potevamo vederci e condividere ogni momento intimo che desideravamo, o semplicemente grazie ad una chiamata Whatsapp potevamo sicuramente tenerci in contatto e sentirci senza problemi. Potremmo avere di meglio? Non credo proprio. E quello che vogliamo sottolineare è anche l’impatto che l’amore ha avuto sulla nostra vita: non si ha intenzione di innamorarsi di qualcuno, non si sceglie la persona che si vuole intorno a sé per il resto della vita ma succede casualmente, e non si può fare altro che ammettere a sé stessi che forse “l’amore a prima vista” potrebbe esistere, anche quando si ha una relazione a distanza. Probabilmente lo svantaggio peggiore di questo caso è il fatto che questo amore rimane “intangibile” per tutta la durata di questo approccio tecnologico, mentre, invece, potrebbe richiedere un po’ più di pragmatismo in sentimenti più forti, come sostenere il proprio partner dopo una giornata dura o semplicemente prendersi cura del proprio amante con un abbraccio ordinario che lo renderebbe totalmente felice. Dall’altra parte della medaglia, invece, la condivisione di tradizioni, culture, cibo e modi di vivere diversi avvicina ancora di più le coppie come la nostra e rappresenta un grande vantaggio: il piacere della scoperta diventa sempre più grande a poco a poco e tutto diventa più intenso».
Stavate progettando un futuro insieme da tempo? In questo tipo di rapporto, dovete essere più realistici o vi è “permesso sognare” grazie alle moderne tecnologie?
G&M: «Sì, stavamo sicuramente progettando un futuro insieme da tanto, e posso anche aggiungere che, in questo tipo di rapporto, c’è molta più “libertà” nel permetterci di sognare: nessun limite, nessuna barriera, nessun muro messo tra di noi, dato che non sappiamo nulla del nostro futuro, il che significa fondamentalmente toglierne solo la parte migliore senza rimpianti e non vivere di giorno in giorno senza un obiettivo. Quindi, l’unica cosa che resta a chi vive la stessa situazione è l’attesa: si può sperare di attraversare momenti difficili, si può desiderare di fare del proprio meglio quando il tempo sembra essere scaduto ma si deve sognare, si deve continuare a sognare, si deve continuare a lottare per le proprie convinzioni, anche quando sembrano così lontano, mentre invece sono tanto più vicine».