L’EDITOREEL: Attenzione ai falsi allarmismi condivisi sui social

Siamo in un’epoca dove ci si sofferma al titolo, ad una immagine o ai primi secondi di un video senza approfondire mai prima di girarlo ai nostri contatti. Perché una notizia non è più un modo per essere informati ma una spinta a creare legami.

Fate attenzione ai post social allarmistici. Molti dei quali, tra l’altro, sono diffusi da utenti inconsapevoli con account compromessi. 

Sembrano link a gravi notizie di cronaca, ma se cliccati possono portare a siti web potenzialmente pericolosi.

La grande confusione creata dalla comunicazione digitale ormai non permette più di scindere la verità dalla bufala. 

Spesso i profili che condividono disinformazione e fake news non sono rubati e l’azione è fatta consapevolmente, convinti di essere nel giusto e di fare un favore alla comunità nel mettere in guardia l’opinione pubblica. 

Ma proprio la condivisione  via social dà la possibilità ad esperti hacker di accedere ai nostri dati personali, conoscesere i nostri interessi e manipolarci. 

Siamo in un’epoca dove ci si sofferma al titolo, ad una immagine o ai primi secondi di un video senza approfondire mai prima di girarlo ai nostri contatti. Perché una notizia non è più un modo per essere informati ma una spinta a creare legami. Per questo non si presta più attenzione alla provenienza del post, quando invece è l’unico modo per evitare di finire nella tana del lupo.  

Certo, nell’inganno ci cascano spesso anche le testate giornalistiche storiche, che hanno smesso di verificare le notizie e soprattutto, di tener conto della grande responsabilità che hanno in questo contesto.

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