L’EDITOREEL: Gruppi social “adesca minori”, colpa dei genitori

Sono sempre più numerosi i minori che vengono aggiunti a gruppi pericolosi. Spesso la causa sono gli stessi genitori, anche se in buona fede, pronti a bandire chi prova a metterli in guardia. Ne ho avuta esperienza diretta.

Sono sempre più numerosi i minori che vengono aggiunti a gruppi, anche whatsapp, pericolosi. Arriva l’invito ad entrare in una nuova chat ma quando si clicca sul link si viene catapultati in un mondo sotterraneo formato da foto e video di ogni tipo. Immagini aberranti che nessuno dovrebbe vedere e che nei piccoli provocano seri problemi di salute mentale latenti.

Purtroppo non basta uscire dai gruppi per recuperare i danni perché una volta che è stato condiviso il numero è molto difficile uscire dal sistema e i ragazzi possono essere contattati o aggiunti su nuove chat.

Spesso però la causa sono gli stessi genitori, anche se convinti ovviamente di essere in buona fede. 

Ne ho avuta esperienza diretta. 

Una coppia ha affidato alla figlia 14enne la gestione di gruppi Instagram,  tenendo conto solo di essere in regola riguardo l’età minima per l’attivazione di un profilo ma ignorando tutti gli altri pericoli. 

E guai provare a metterli in allerta. In questa occasione hanno ordinato ai membri di bloccare e addirittura segnalare per “bullismo” il mio profilo. 

La questione non mi ha nemmeno scalfita perché, per fortuna, ho una professione e una vita vera e reale. Anzi, mi ha aiutata fare pulizia di followers inutili e poco intelligenti. 

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