L’EDITOREEL: Parità di genere, Università di Trento parte dalle parole

Il regolamento dell`Università di Trento è scritto utilizzando il femminile sovraesteso. Però resta la scarsa presenza di professoresse, l’assenza di direttrici nei vari dipartimenti e conta una sola Rettrice nella storia dell’Ateneo. Insomma, il regolamento sarà pure un punto di partenza, ma dal lato sbagliato!

Tutto al femminile anche quando si parla di uomini. È la scelta fatta dall’Università di Trento per il regolamento di ateneo che ha la particolarità di essere scritto utilizzando il femminile sovraesteso per le cariche e i riferimenti di genere. 

Una scelta inclusiva, secondo la pro-rettice, che ha però  fatto scatenare varie reazioni, sia tra gli esperti del linguaggio che nel mondo della politica. Ma anche gli studenti e le studentesse di Udu Trento, il sindacato universitario, si sono espressi ed espresse a riguardo (ma sarà giusto mettere prima il maschile del femminile?) 

Insomma, l’UDU Trento fa notare che non sarà certo un documento scritto al femminile a rivoluzionare problemi che esistono in tutte le università italiane.

Come il gender pay gap, le violenze verbali ma anche fisiche che le studentesse ricevono quotidianamente nelle facoltà.

Anche la didattica universitaria dimostra l’assenza di corsi che trattano delle donne autrici, filosofe, ingegnere o matematiche che, pur avendo segnato la loro epoca, rimangono ancora confinate nell’oblio. 

Per non parlare poi, della scarsissima presenza, proprio all’Università di Trento, di professoresse nei dipartimenti scientifici, della quasi assenza di direttrici nei vari dipartimenti e una sola Rettrice nella storia dell’Ateneo.

Insomma, il regolamento sarà pure un punto di partenza…ma dal lato sbagliata!

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