L’EDITOREEL: Biblioteche, oggi motori di ricerca umani

Su un tipo di interazione, ancora “analogica”, si basa il successo di progetti come quello franco-belga e anche a Bologna, che invita chiunque a porre curiosità o richiesta di consiglio con la promessa di ricevere risposta entro pochi giorni.

Con la rapida adozione di internet che avrebbe portato, di lì a poco, a una diffusione libera e gratuita della conoscenza, si iniziò a prevedere anche un mondo senza più biblioteche, oltre ovviamente alle librerie.

Ma già nei primi anni 2000 in molti sostenevano che le biblioteche sono anche spazi sicuri, caldi e accoglienti dove poter lavorare, studiare, leggere o fare altre attività, senza bisogno di pagare. 

Inoltre, anzi direi soprattutto,  qui ci sono esperti in carne ed ossa il cui lavoro principale è quello di aiutare le persone a trovare informazioni.

Con la grande differenza che esiste tra porre una domanda a un algoritmo che privilegia contenuti “ottimizzati” per apparire in cima alle ricerche, e porla invece ad un essere umano che ha dei propri gusti personali, ma che ha anche studiato per individuare risposte informate e affidabili.

Su questo tipo di interazione, ancora “analogica” diciamo così, si basa il successo di progetti come quello franco-belga che invita chiunque a porre curiosità o richiesta di consiglio con la promessa di ricevere risposta entro tre giorni.

Lo stesso “motore di ricerca umano” esiste a Bologna.

Anche in questo caso si tratta di un servizio  pubblico e gratuito che promette di rispondere a qualsiasi domanda o richiesta di consigli personalizzata entro 72 ore e non è necessario recarsi sul posto per riceverla perché è comunque tutto digitalizzato.

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