L’EDITOREEL: Reporter freelance, la vera guerra è farsi pagare!

La maggioranza di reporter uccisi durante i conflitti risulta essere libero professionista. Chi dipende solo dai prodotti che riesce a vendere, e non ha spalle coperte da nessuno, è il primo a pagarne le spese senza alcuna sicurezza. Nemmeno di essere poi ripagato per il lavoro svolto!

L’assenza di giornalisti internazionali a Gaza sta creando un certo sbilanciamento nel racconto delle sofferenze dei palestinesi, rispetto alla copertura di quelle dei civili israeliani.

A questo si aggiunge anche la disinformazione che arriva sui social media, l’intelligenza artificiale ed altre meschinità che purtroppo ci troviamo a subire in questa epoca.

Quello dei colleghi palestinesi è però un lavoro particolarmente complesso perché, oltre a far conoscere all’estero la reale situazione di ciò che sta accadendo sul posto, bisogna anche pensare a mettere in salvo sé e le proprie famiglie, cercare cibo, acqua, energia elettrica ed un riparo sicuro in caso di bombardamenti.

A queste necessità si aggiunge quella di una rete internet stabile per trasmettere foto, video, audio e testi. Non a caso, dei reporter che hanno perso la vita in questa guerra la maggioranza era freelance.

I corrispondenti e i dipendenti, infatti, sono stati trasferiti e messi al sicuro dalle rispettive aziende editoriali, mentre il libero professionista, che dipende solo dai prodotti che riesce a vendere e non ha spalle coperte da nessuno, ne paga le spese. E’ questo il motivo per cui ho deciso di smettere di fare questo mestiere.

Sono tutti bravi ad elogiare per il coraggio, quando in realtà è la necessità a darti la forza.  E’ stata un’attività che ho svolto per circa 10 anni, come corrispondente dalla mia città ma anche dall’Afghanistan, dal Libano, dal Kosovo, che mi ha insegnato a godere della vita e dei rapporti umani in modo diverso.

Ma, soprattutto, ho smesso perché la vera guerra la dovevo affrontare poi per farmi pagare!


L’editoreel è la rubrica di Katiuscia Laneri, fondatrice e direttrice della testata giornalistica, pensata per i socialmedia con l’obiettivo di riportare brevi considerazioni e pensieri personali in una nuova e più moderna modalità di comunicazione.

 

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