L’EDITOREEL: Eucarestia con le patatine, lo spot offende i cattolici

La polemica ha aiutato Amica Chips a dare al suo prodotto la visibilità sperata e forse anche di più.

Iniziamo anche questa settimana con l’argomento più discusso di quella passata che vede in pole position la nuova pubblicità di Amica Chips.

Lo spot è stato accusato di blasfemia e condannato dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) che l’ha ritenuto in contrasto con l’art. 10, secondo cui una promozione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose.

Perché tutto questo putiferio? Perché nel filmato alle novizie viene offerta una patatina al posto dell’ostia durante l’eucarestia, «colpa» di una suora anziana. 

Ma c’è anche un’altra versione: Nell’istante in cui la novizia assume l’ostia si sente il tipico crank delle patatine, che in realtà sta sgranocchiando la suora anziana in sacrestia. 

Secondo il Comitato, in entrambi i casi, il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come ‘il divino quotidiano’, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, deride il senso profondo del sacramento dell’eucaristia e offende il credente.

C’è anche da sottolineare che l’ostia non va morsa ma deglutita direttamente per delicatezza nei confronti di ciò che rappresenta il corpo di Cristo. 

Eppure nel comunicato di “scuse” l’azienda si dice essere di famiglia credente…ma non praticante a quanto pare.

Tuttavia lo spot non è stato «bloccato» come molti giornali hanno scritto, per questo lo spot è ancora visibile in Tv e in Rete. La procedura prevede infatti che entro sette giorni, quindi entro il 16 aprile, l’azienda ha la facoltà di accogliere o contestare l’ingiunzione. Nel secondo caso sarà il Giurì a decidere e i tempi si allungheranno.

Insomma, alla fine Amica Chips è riuscita a dare al suo prodotto la visibilità sperata e forse anche di più. 

 

 

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