L’EDITOREEL: Per non dimenticare il 9 marzo 2020

Alcune persone, pur potendo uscire e tornare alla vita reale, preferiscono restare in quella virtuale in ostaggio di algoritmi che propinano finta o scarsa conoscenza che giunge loro attraverso lo schermo.

Sono tante le giornate mondiali e gli anniversari che si celebrano per non dimenticare avvenimenti e personaggi che hanno scandito la storia dell’umanità, eppure ce n’è uno che sembra passare in sordina. 

Quello del 9 marzo 2020, quando è scattato il lockdown nazionale dopo il primo caso italiano di infezione da Covid-19. Furono giorni, anzi mesi, tremendi di paura e sgomento, ma anche di tanta confusione e disinformazione che venivano diffuse con gran facilità attraverso i social media. 

Eppure, certi avvenimenti vanno ricordati non solo per chi, a causa di essi, ha subito delle perdite (umane, professionali, economiche che siano) ma soprattutto per evitare che si ripetano.

Purtroppo la pandemia ha aperto il varco verso la “democrazia digitale”, quella che permette a chiunque di ergersi a esperto di questo e quello senza alcuna esperienza diretta, dando per scontato che anche gli altri siano sullo stesso piano se non addirittura inferiori. Sono quelle persone che, pur potendo uscire e tornare alla vita reale, preferiscono restare in quella virtuale in ostaggio di algoritmi che propinano finta o scarsa conoscenza che giunge loro attraverso lo schermo. Ma…come diceva Troisi? Ah, sì: “Robertno esci e tocca le donne!”

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