L’EDITOREEL: La sete di scoop fa dimenticare la deontologia

Ecco perché la diffusione di certe immagini, oltre al mancato rispetto della normativa sulla privacy, violano le regole deontologiche relative all’attività giornalistica.

Venerdì 26 gennaio un bambino di circa sei mesi è stato lasciato da una donna al pronto soccorso dell’ospedale di Aprilia, in provincia di Latina. Il video delle telecamere di sicurezza che mostrano la scena e il volto della donna hanno fatto il giro dei tg e dei siti on line. Un fatto gravissimo di cui si sta occupando il Garante della privacy ma anche il coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

Perché le immagini diffuse, oltre al mancato rispetto della normativa sulla privacy, violano le regole deontologiche relative all’attività giornalistica. Secondo cui  «salva l’essenzialità dell’informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità della persona».

Nel caso in questione le immagini erano state registrate per altre finalità e non avrebbero dovuto essere trasmesse, in quanto lesive della dignità della donna, in un momento di particolare fragilità. 

Il Garante, quindi, si riserva eventuali interventi di competenza nei confronti delle testate, tutte, a partire dal Tg1 che ha addirittura lanciato il servizio in esclusiva.

Mentre il Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale dei giornalisti ha chiesto ai consigli territoriali l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti delle testate che hanno diffuso il video.

Insomma, le immagini trasmesse non aggiungono elementi sostanziali alla notizia, compromettono le indagini e soprattutto espongono la persona riconoscibile nelle immagini alla gogna mediatica.

Credo che il nuovo direttore del Tg1, assetato di scoop, questa volta abbia toppato.

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