GINGER E FRED IN TOURNEE PARTENDO DA ROMA

Inizia dal Teatro Quirino di Roma la tournee di Ginger & Fred, adattamento teatrale di Monica Guerritore dell’omonimo film di Federico Fellini.

E’ il Teatro Quirino – Vittorio Gassman di Roma a dare il via al tour di “Ginger e Fred”, adattamento e regia di Monica Guerritore dell’omomino film del 1986 diretto da Federico Fellini e da lui sceneggiato insieme a Tonino Guerra e Tullio Pinelli.

Si tratta di una coproduzione Teatro della Toscana, Accademia Perduta/Romagna Teatri e Società per Attori; nel cast, oltre alla Guerritore, ci sono Massimiliano Vado nel ruolo di Fred, e Alessandro Di Somma, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno, Valentina Morini, Claudio Vanni, Mara Gentile.

La vicenda è quella di due ballerini, appunto Ginger (Amelia Bonetti) e Fred (Pippo Botticella), che dopo molti anni di assenza dalle scene vengono invitati a partecipare ad un programma televisivo di una emittente privata per uno show di Natale. Una serie di imprevisti, uniti alle necessità della televisione commerciale con i suoi sponsor, gli stacchi pubblicitari, e la volontà di catturare con ogni mezzo l’attenzione del pubblico, segneranno il contrasto insanabile tra le necessità di certa televisione contemporanea (è superfluo evidenziare a chi sia ispirato il personaggio del proprietario dell’emittente, un imprenditore di Seregno che si chiama Lombardoni…) e le aspettative, presto disilluse, dei due protagonisti.

La galleria di personaggi che via via sfila dinanzi al pubblico costituisce dunque solo un modesto ingranaggio necessario a mandare avanti la macchina della pubblicità, sotto l’ineffabile guida del presentatore del programma, e tirando diritto senza esitazioni davanti a qualsiasi intoppo, sia esso uno scambio di persona o la morte di uno degli ospiti. “Tanto poi raccordiamo ed aggiustiamo” col montaggio, è il mantra fiduciosamente ripetuto dal conduttore.

Il lavoro di Fellini fin dal 1985 aveva intuito che, con l’inserimento della pubblicità all’interno di un’opera artistica, accade che il messaggio pubblicitario diventi più attrattivo ed ingannevole, riuscendo così a penetrare più a fondo nell’immaginario dello spettatore che, catturato dalla visione di una trama, di un racconto, apre le porte in maniera acritica al prodotto pubblicizzato, trasformandosi da spettatore in consumatore. Ecco dunque che i due ballerini, per errore inseriti nel gruppo dei sosia invitati al programma, si ritrovano di nuovo sotto i riflettori per fare quello che sanno fare, ballare, aspettandosi di poterlo fare come una volta, avanzando richieste che ai nuovi protagonisti dello spettacolo appaiono bizzarre: chiedono tempo per le prove, tempo per parlare con il regista, tempo per capire e abituarsi allo spazio, per vincere la paura del ritorno in scena. Tutto ciò è però incompatibile con le esigenze di oggi di chi la televisione la fa e la guarda.

Il lavoro mette in scena, alternando qualche momento felice ad altri più macchinosi e meno riusciti, una serie di contrapposizioni tra i due mondi, quello di Ginger e Fred e quello degli altri ospiti del programma.

Il cast è affiatato e tecnicamente dotato – ottima l’interpretazione di Vado, peraltro entrato nel cast all’ultimo momento per sostituire Pietro Bontempo vittima di un infortunio – anche se in più di un’occasione il testo soffre di mancanza di ritmo e cadute di tono: non sempre il passaggio dall’universo felliniano cinematografico ad una compagine di caratteri presenti su un palco è apparso efficace e limpido. Al netto di qualche aspetto migliorabile, si assiste ad una amara carrellata di personaggi di varia umanità, tutti alla ricerca di fama, tra speranze disilluse e, nel caso della coppia protagonista, di un ostinato aggrapparsi ad un passato di nostalgia che l’oggi non consente loro di rivivere più.

Purtroppo, in coerenza con la linea editoriale di questa testata, ci sarebbe piaciuto corredare l’articolo con immagini originali da noi scattate ma il teatro è stato molto selettivo a riguardo concedendo la possibilità a pochi eletti di sua conoscenza e senza mai farci pervenire quelle promesse. 

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