L’EDITOREEL: Afghanistan, un film ricorda il patto tradito

La sceneggiatura è talmente fedele alla realtà che può sembrare tratta da una storia vera. Almeno a chi, come me, ha avuto esperienze sul campo il dubbio è venuto.

L’altro giorno ho guardato The Còvenant, diretto da Guy Ritchie, con Jake Gyllenhaal, un film ambientato in Afghanistan, quando l’ISAF era ancora attiva sul posto a supporto del Governo locale nella guerra contro i Talebani.

ISAF è l’acronimo di International Security Assistance Force (Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza, in italiano).

Dunque, dicevo, il film narra del rapporto tra i militari NATO e gli interpreti madrelingua che per anni hanno collaborato alla missione mettendo a repentaglio la propria vita.

La sceneggiatura è talmente fedele alla realtà che può sembrare tratta da una storia vera. Almeno a chi, come me, ha avuto esperienze sul campo il dubbio è venuto.

In effetti il sergente John Kinley e l’interprete Ahmed non sono mai esistiti, ma insieme incarnano l’amicizia tra le guide locali e i soldati americani.

Per questo, con i titoli di coda, compaiono foto di personaggi reali ai quali il film è ispirato. Immagini da cui si possono scorgere scambi culturali, sorrisi e fratellanza.

Una fratellanza però che è stata tradita due anni fa, quando la NATO ha deciso di lasciare l’Afghanistan consegnandola così ai talebani.

Certo, non si poteva continuare per secoli a combattere contro chi nasconde interessi economici dietro quelli religiosi, ma nemmeno trovo sia stato giusto abbandonare le persone del posto, e le loro famiglie, che hanno combattuto al fianco dei nostri soldati e che per questo sono ora perseguitati e giustiziati.

Qui alcuni miei servizi + il libro che ho realizzato con altre due colleghe:

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L’editoreel è la rubrica di Katiuscia Laneri Laneri, fondatrice e direttrice della testata giornalistica, pensata per i social media con l’obiettivo di riportare brevi considerazioni e pensieri personali in una nuova e più moderna modalità di comunicazione.

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