L’EDITOREEL: Perché pagare se l’informazione può essere gratuita?

Dall’ultima edizione del Digital News Report del Reuters Institute appare una predisposizione a pagare abbonamenti digitali stabile, anche se con ampie differenze tra Paesi. In Italia, infatti, solo il 12% è disposto a spendere per l’informazione di qualità.

Una fotografia scattata dall’ultima edizione del Digital News Report del Reuters Institute analizza il mondo dell’informazione anche alla luce dei recenti impatti tecnologici, come l’intelligenza artificiale.  Appare dunque una predisposizione a pagare abbonamenti digitali stabile, anche se con ampie differenze tra Paesi.

Al momento quasi tutti i maggiori quotidiani internazionali offrono l’accesso agli articoli a fronte di un contributo, mensile, annuale o una tantum che sia.

Anche kappaelle.net lo fa, anzi, sono stata la prima a chiudere gli accessi al giornale on line ai soli sostenitori in cambio di una donazione minima, e ricordo le critiche, alcune anche offensive, che ne sono seguite.

Ma da pioniera e dotata di una spiccata lungimiranza, sapevo, allora, parlo del 2013, che sarebbe stato il futuro dell’informazione, pena la morte definitiva!

C’è comunque una notevole differenza tra Paesi, come afferma il report del Reuters. In Italia, ad esempio, solo il 12% dei lettori è disposto a pagare per informarsi online.

Questo lascia anche intendere le difficoltà di sopravvivenza che hanno le testate, come la mia ad esempio, che non campa con finanziamenti e pubblicità. Si tratta, secondo la mia esperienza, di quella fetta di utenti che non ama farsi ingannare e preferisce assicurarsi notizie vere, verificate e approfondite…

Insomma, solo il 12% degli italiani è furbo!

Il problema sta nel fatto che finché ci sarà chi continuerà a regalare news sotto forma di blog e post social, resterà solo una lunga guerra tra poveri a scapito della qualità dell’informazione. E si sa che in tutti i conflitti chi ci perde davvero sono sempre i civili.


L’editoreel è la rubrica di Katiuscia Laneri, fondatrice e direttrice di questaa testata giornalistica, pensata per i social media con l’obiettivo di riportare brevi considerazioni e pensieri personali in una nuova e più moderna modalità di comunicazione.

 

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