LAIKA: PRIMA MOSTRA PERSONALE PER LA SUA STREET ART

Fino al 22 aprile 2023 sarà possibile visitare, presso la Galleria d’Arte contemporanea Rosso20sette di Roma, la prima mostra personale della street artist Laika. L’esposizione, dal titolo “Art Is (Not) A Game”, è a cura di Tiziana Cino e Stefano Ferraro ed è accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.

Laika, che ama definirsi una “attacchina romana”, è un’artista attiva dal 2019; il suo nome è un omaggio alla cagnolina Laika, primo essere vivente nello spazio. L’artista è attualmente in mostra anche presso la collettiva Jago, Banksy, TVboy e altre storie controcorrente a Palazzo Albergati (Bologna), ma “Art Is (Not) A Game” è la sua prima mostra personale, ed è stata inaugurata l’11 marzo presso la galleria d’arte contemporanea Rosso20sette.

LAIKA: PRIMA MOSTRA PERSONALE PER LA SUA STREET ARTArt is (not) a game ripercorre l’arte senza filtri di Laika, proponendo al pubblico una serie di opere ormai divenute icone del nostro tempo: l’opera dedicata a Patrick Zaki e Giulio Regeni (L’abbraccio), quelle dedicate a Gino Strada (Le lacrime di Kabul) e ad Angela Davis (Sweet Black Angel), e la serie No Eyez On Me Project, con i ritratti di Greta Thunberg (Barbie Girl) e Matteo Salvini (Baywatch). Presenti anche le opere più politiche dell’artista: da Iustitia, dedicata a Mimmo Lucano, a Es Ley, sulla legalizzazione dell’aborto in Argentina; da Mir, un invito alla pace e al disarmo, al lavoro dedicato ai migranti “Life is not a game”, realizzato sulla rotta balcanica e da cui prende il titolo anche l’omonimo film di Antonio Valerio Spera in cui Laika è protagonista, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle e che le ha fatto guadagnare un Nastro D’Argento come “Protagonista dell’anno 2023”. LAIKA: PRIMA MOSTRA PERSONALE PER LA SUA STREET ARTParte dell’esposizione è anche “Futuro”, l’installazione presentata per la prima volta nel 2021 a Francoforte e composta da una tavola optometrica realizzata su legno smaltato, con le lettere che si riducono sempre più mettendo a dura prova la vista nel leggere una sola parola: “FUTURO”.
L’artista opera sotto anonimato: protegge la propria identità indossando una maschera e non parlando mai in pubblico. Questo da un lato le garantisce una maggiore libertà espressiva, e dall’altro distoglie l’attenzione dagli aspetti della sua vita personale, facendoci concentrare solo ed esclusivamente sui suoi messaggi. Il nome d’arte nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, e richiama il concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti, anche per osservare il mondo da lontano, con una visione più ampia.
LAIKA: PRIMA MOSTRA PERSONALE PER LA SUA STREET ART Il nome contiene anche un riferimento alla Leica, la famosa macchina fotografica che per prima ha reso possibile un certo tipo di fotografia di strada e di reportage, strumenti fondamentali per un’arte visiva che voglia anche farsi portatrice di un messaggio politico e sociale. Non a caso, un paio di sere prima dell’inaugurazione, nei pressi dell’Ambasciata Iraniana è apparsa la nuova opera di Laika, dal titolo “Poisoned by the Islamic Regime”. Il poster, affisso nella settimana dell’8 marzo (giornata internazionale della donna), ritrae una studentessa con l’Hijab e la maschera antigas che studia un manuale su “come rovesciare il regime islamico”. L’immagine vuole essere un chiaro riferimento agli avvelenamenti crescenti nei luoghi di studio ai danni delle studentesse.
“Lascio alla strada un’altra opera a sostegno delle donne iraniane, afferma Laika; è necessario sostenere questa rivoluzione e bisogna continuare ininterrottamente a far luce sulle violazioni dei diritti umani del regime islamico ai danni della popolazione. Da qualche giorno sono sempre più frequenti i casi di avvelenamento di studentesse iraniane (nelle scuole femminili). Il messaggio è chiaro: vogliono punire il cuore del cambiamento. Vogliono spaventare le ragazze perché sono il motore della rivoluzione. E’ di loro che il regime ha paura. Bisogna far sentire a queste ragazze tutto il sostegno possibile. Da Roma a Teheran – Donna, vita, libertà!”

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