L’EDITOREEL: Quando l’attivista predica bene ma razzola male
Una sex worker si scaglia contro gli agricoltori e allevatori che usano gli animali come oggetti da cui trarre profitto. Dov’è la differenza con chi usa il proprio corpo per lo stesso motivo?
Avete visto la ragazza che si è denudata ai Musei Capitolini?
Maria Sofia Federico ha 19 anni, fa la sex worker ed è vegana.
Spogliarsi per lei è normale ma questa volta ha messo la sua disinvoltura al servizio della protesta contro circhi e allevamenti.
Infatti, contemporaneamente, altri attivisti si sono incollati al basamento della statua di Marco Aurelio equestre.
L’azione, ha affermato Maria Sofia in una intervista, è stata studiata per attirare l’attenzione – anche se non so quanto un corpo nudo oggi possa fare clamore – per attirare l’attenzione dicevo sulla fragilità degli animali, che sui loro corpi ricevono abusi costanti. La Federco si scaglia poi anche contro gli agricoltori e allevatori che stanno protestando tenendo legati ai loro trattori animali da allevamento perché considerati come oggetti da cui trarre profitto.
Secondo un sondaggio Doxa il 70% degli italiani è contro l’utilizzo degli animali nei circhi ma per la sex worker, non basta, bisognerebbe anche smettere di mangiarli.
Cara Maria Sofia, però mi dovresti spiegare dov’è la differenza tra chi alleva e vende uno degli elementi cardine della catena alimentare umana, e chi invece come te vende il proprio corpo per alimentare invece menti malate on line. Sai che sei anche tu un oggetto da cui stai traendo profitto?
Qualcosa mi dice, invece, che dietro la tua azione di protesta ci sia stata solo una esibizione pensata per farsi pubblicità.