L’EDITOREEL: Stupro di Palermo, su Telegram è caccia al video

Anche il filmato dello stupro di Palermo è diventato un appetitoso elemento di compravendita in due diverse chat con contenuti revenge porn e pedoporno da decine di migliaia di iscritti.

Ho già parlato dei gruppi Telegram usati per scambio o vendita di porno deep fake, cioé immagini create grazie all’intelligenza artificiale partendo però da contenuti reali.

Ebbene, anche il video del noto “stupro di Palermo” è diventato un appetitoso elemento di compravendita in due diverse chat con contenuti revenge porn e pedoporno da decine di migliaia di iscritti.

A pubblicare alcuni messaggi è la Repubblica, e pare che in cambio del filmato c’è chi offre foto e video di bambini in biancheria, madri e sorelle riprese dai buchi della serratura.

Ma anche donne che prendono il sole in spiaggia o filmate di nascosto in un qualsiasi momento della loro giornata.  Intanto le riprese di uno degli indagati non si trovano e c’è chi si consola recuperando la foto della vittima sui social network.

Su questa raccapricciante storia si è già detto tanto, esperti parlano di educazione e di estrazione sociale senza far caso, forse, al fatto che episodi del genere stanno diventando più frequenti e capitano in diversi contesti.  E chat come quelle di Telegram sono la piena dimostrazione che siamo tutti a rischio indipendentemente dal genere.

Lo sono anche i no binari, perché qui non si tratta di sesso, no, qui si tratta di delirio di onnipotenza e ha ragione Ermal Meta a dire che atti del genere sono sono “crimini contro l’umanità!”.


L’editoreel è la rubrica di Katiuscia Laneri, fondatrice e direttrice della testata giornalistica, pensata per i social media con l’ obiettivo di riportare brevi considerazioni e pensieri personali in una nuova e più moderna modalità di comunicazione.

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