L’EDITOREEL: Chef dona al canile l’acqua che resta sulle tavole del ristorante

Lo chef Ciro di Maio, ha ideato un modo per non sprecare l’oro blu donandolo ad un rifugio, ma potrebbe essere anche un’idea per rinfrescare i lavoratori nei campi.

L’altro giorno mi è arrivato un comunicato in redazione che mi ha scaldato il cuore, nonostante le temperature già alte. 

Ciro di Maio, chef di origini napoletane che ha aperto un ristorante a Brescia, ha deciso di donare ad un canile l’acqua che resta sui tavoli.

Forse non ci facciamo caso. Ma molto spesso, quando andiamo al ristorante, non finiamo l’acqua delle bottiglie. I ristoratori, quando le raccolgono, sono costretti a buttarla via per rispettare le norme igieniche.
Ciro non riusciva ad accettare questo spreco. Così ha iniziato a fare due calcoli scoprendo che con il suo flusso di clientela in media 150 litri al mese finivano nel lavandino.

Così, lo chef ha deciso di cedere l’acqua non bevuta al vicino rifugio dell’associazione SOS Randagi.
Davvero un ottimo modo per non sprecare quello che è considerato oro blu e che sarà sempre più un bene prezioso per l’umanità che pone il problema siccità al centro dell’attenzione.

Ciro ha pensato al canile, chissà, magari qualche altro ristoratore potrebbe prendere esempio e donare la sua acqua agli addetti alla raccolta nei campi che pure soffrono molto il caldo mentre fanno un lavoro duro e sottopagato.

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