Veneto primo in Italia per l’assistenza sul territorio
Le 76 Medicine di Gruppo tra Medici di Medicina Generale finora attivate, tra il 2017 e il 2018, hanno consentito di risparmiare 4 milioni di euro, di evitare un ulteriore 6% di spesa, di diminuire del 3% le prestazioni specialistiche valutabili come “improprie”, pari a 52.000. Sono stati anche attivati 540 nuovi posti di lavoro tra collaboratori di studio (300) e infermieri (240).
L’organizzazione della medicina territoriale in Veneto è vincente. Le 76 Medicine di Gruppo tra Medici di Medicina Generale finora attivate, tra il 2017 e il 2018, hanno consentito di risparmiare 4 milioni di euro, di evitare un ulteriore 6% di spesa, di diminuire del 3% le prestazioni specialistiche valutabili come “improprie”, pari a 52.000. Sono stati anche attivati 540 nuovi posti di lavoro tra collaboratori di studio (300) e infermieri (240).
Questi e altri inediti dati hanno fatto da punto di partenza per un confronto a tutto campo tra passato, presente e futuro tra la Regione e i suoi Medici di Medicina Generale, organizzata oggi a Montecchio Precalcino a cura di Azienda Zero, alla Presenza dell’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin e del Direttore Generale regionale, Domenico Mantoan.
“Un’organizzazione – ha detto la Lanzarin – che si è evoluta nel tempo fin dalla nascita delle prime Utap e si evolverà ancora. Il modello però non cambierà perché è risultato efficace. Può essere che cambino nomi e terminologie, miglioreremo di sicuro l’organizzazione e l’operatività, ma questo sistema ha dato un notevole apporto al primo posto assegnato venerdì al Veneto dal Ministero della Salute per la capacità di erogare tutti i Livelli Essenziali di Assistenza. Ottimo motivo – ha aggiunto – per confermare il modello e attivare una nuova evoluzione con la nascita dei Team di Assistenza, che abbiamo deliberato, che sono ora all’attenzione della Quinta Commissione del Consiglio regionale, e che sono state indicate come modello nazionale persino dall’attuale Ministro della Salute Speranza”.
Il “Team di Assistenza Primaria” è composto da almeno quattro medici di medicina generale per un bacino di riferimento indicativo di ottomila assistiti, e prevedendo per ciascun medico componente la possibilità di incrementare il proprio massimale fino a duemila assistiti in carico.
“Del modello vincente – ha aggiunto l’Assessore – ha parte preponderante la gestione delle cronicità, che è, e diverrà, sempre di più fondamentale, anche a fronte del previsto aumento dell’età media della popolazione, ma i servizi garantiti dalla medicina territoriale sono assolutamente insostituibili per avvicinare la buona sanità alla gente ed evitare faticosi e complessi accessi impropri ai Pronto Soccorso”.
“L’organizzazione va testata, un po’ come i farmaci prima di darli alle persone – ha detto Mantoan – ed è questo che la Regione sta opportunamente facendo. Il Veneto ha un suo preciso modello, in un quadro nazionale dove a lungo non ci sono state idee chiare e si sono sviluppate esperienze diverse. Nessun giudizio su quelle degli altri, ma su quella del Veneto non ci sono dubbi. Non ce ne sono mai stati – ha aggiunto – nemmeno quando il sistema fu messo sotto la lente dal Ministero dell’Economia e Finanze e dalla Corte dei Conti per una eccessiva costosità che, in realtà, era la considerazione che per il Veneto capace di tenere i conti in ordine era sostenibile, ma non lo era per le altre Regioni d’Italia. Oggi il modello veneto è sicuramente un benchmark per tutto il Paese”.
Le 76 Medicine di Gruppo Integrate oggi coinvolgono 638 Medici di Medicina Generale e coprono 921.361 assistiti. In 15 MGI viene garantita anche l’attività di prelievo del sangue.
Nel 2018, i costi di questa organizzazione sono stati di 46 milioni 280 mila euro, dei quali il 31% dedicati all’assistenza dei malati cronici, il 10% alle attività di prevenzione, il 21% alla partecipazione alla governance generale, il 21% all’accessibilità degli studi per i pazienti, il 10% per la tenuta delle schede-paziente informatizzate, il 7% per la formazione e l’audit.