Trentenne ucciso per errore in un agguato, ai funerali il parroco cita l’anatema di Wojtyla
Proposto da Esposito Salvatore
Una folla commossa ha preso parte ad Arzano (Napoli) ai funerali Vincenzo Ferrante, il 30enne ucciso per errore nel corso di un agguato mercoledì scorso in via Luigi Rocco. L’uomo, sposato e padre di due bambini, è finito nel mirino dei sicari che lo avrebbe scambiato per il guardaspalle di Ciro Casone, ammazzato nel corso dell’agguato. «Ho ammirato – dice il parroco della chiesa di Sant’Agrippina, don Gino Bosso che ha celebrato i funerali – il dolore dignitoso e composto di tutti i presenti, a cominciare dai familiari. Questi fatti succedono sotto gli occhi di tutti quanti noi che spesso vediamo, conosciamo ma per quieto vivere o forse perchè non ci sentiamo tutelati preferiamo girarci dall’altra parte». Quando si uccide una persona innocente «è come se morisse ognuno di noi». Il sacerdote ha riportato ampi stralci del memorabile discorso di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi ad Agrigento, un vero e proprio anatema contro i seminatori di morte, sottolineando «l’indignazione e la stanchezza» di fronte a questi fatti. Oggi ad Arzano c’è stato lutto cittadino. A proclamarlo il sindaco Giuseppe Fuschino che evidenzia «la grande compostezza della famiglia di Vincenzo Ferrante. Tutta la città si è raccolta attorno al loro dolore esprimendo solidarietà in maniera composta. È una pagina terribile: non ci sono parametri per definire una morte così».