VENETI NEL MONDO: CONCLUSI A PADOVA GLI STATI GENERALI

Tante le proposte che la Consulta dei veneti nel mondo e il coordinamento dei giovani oriundi veneti, al termine degli ‘stati generali’ dell’emigrazione veneta nel mondo svoltisi a Padova, hanno consegnato alla Giunta e al Consiglio regionale del Veneto per il prossimo piano triennale delle politiche e delle iniziative per emigranti ed ex emigranti.

Maggior conoscenza della realtà dell’emigrazione veneta nel mondo, legami più saldi tra le associazioni presenti in 18 Paesi anche attraverso la rete dei social, un database sulla storia dell’emigrazione veneta che aiuti la ricerca genealogica, l’insegnamento della storia dei veneti nel mondo nelle scuole venete ma anche scambi culturali, corsi di formazione, master universitari, borse di studio e premi di laurea per i giovani oriundi, sostegno al rientro dai Paesi oggi in crisi e aiuti per visite culturale e turismo sociale per gli over 65 che non hanno ancora visitato la loro terra d’origine: sono le proposte che la Consulta dei veneti nel mondo e il coordinamento dei giovani oriundi veneti, al termine degli ‘stati generali’ dell’emigrazione veneta nel mondo svoltisi a Padova, hanno consegnato alla Giunta e al Consiglio regionale del Veneto per il prossimo piano triennale delle politiche e delle iniziative per emigranti ed ex emigranti.

“Il documento che Consulta e coordinamento dei giovani ci hanno consegnato, in rappresentanza dell’’altro Veneto’ che vive all’estero – dichiara l’assessore ai flussi migratori della regione Veneto, Manuela Lanzarin, presidente della Consulta dei veneti nel mondo – mette a fuoco i capisaldi delle relazioni tra il Veneto di oggi e i suoi discendenti nel mondo: associazionismo, circolarità dei cervelli ed emigrazione giovanile, attenzione per quei paesi, come il Venezuela, dove la grave crisi economica sta inducendo flussi di ritorno. Dal 2019 al 2021 a Regione metterà a disposizione 450 mila euro del proprio bilancio per finanziare queste iniziative, alle quali si aggiungeranno progetti di cooperazione internazionale sanitaria per i paesi in crisi dell’America latina. In particolare, i rappresentanti dei 126 circoli e delle 13 federazioni e comitati dei veneti presenti nei diversi continenti sostengono e si impegnano a rafforzare anche con il proprio contributo l’intesa raggiunta con l’Ufficio scolastico regionale del Veneto per l’insegnamento della storia dell’emigrazione veneta nelle scuole di ogni ordine e grado”.

Una storia che non è più quella degli emigranti con la valigia di cartone, ma è diventata negli ultimi anni ‘circolarità di cervelli’, storia di eccellenze imprenditoriali e lavorative nel mondo, e ricerca da parte di quasi 10 mila giovani veneti ogni anno di opportunità e di nuovi sbocchi professionali all’estero. “Chiediamo attenzione per il valore aggiunto che l’emigrazione veneta continua ad esprimere nel mondo”, è l’appello del vicepresidente della Consulta, Luciano Alban, di Montebelluna, da oltre 50 anni emigrato a Zurigo (Svizzera), dove vivono oltre 220 mila italiani. “In Veneto una famiglia su due ha un parente all’estero, veneti sono il rettore del Politecnico federale di Zurigo, il governatore dello Stato di Victoria in Australia, i migliori imprenditori edili di Melbourne, e via dicendo: queste relazioni internazionali sono una ricchezza per tutta la società veneta e per il sistema-veneto nel mondo. I veneti godono di grande credito nel mondo: in Svizzera la sigla BL (bellunesi), ai quali sta per essere intitolata una piazza a Lucerna, significa ‘bravi lavoratori’”.

“Oggi non si emigra più per guerra o per fame, ma per sete di conoscenze e per trovare nuova occupazione. Ai giovani veneti che intendono andare all’estero il nostro associazionismo intende offrire una rete di contatti, opportunità ed esperienze, attraverso il portale comitatogiovaniveneti.org”, sintetizza Fabio Pizzighello, coordinatore dei giovani veneti e dei giovani oriundi veneti all’estero. Trentacinquenne polesano, Pizzighello è docente di matematica e fisica al liceo internazionale “Eugenio Montale” di San Paulo, in Brasile, unica scuola superiore brasiliana che rilascia diplomi riconosciuti anche dallo Stato italiano ed è in relazione diretta con gli atenei italiani.

Sostegni ai giovani e collegamenti tra atenei veneti, enti di formazione e il ricco e variegato mondo dell’emigrazione veneta sono una delle nuove dimensioni delle relazioni tra il Veneto e i suoi discendenti – ha sottolineato Aldo Rozzi Marin, presidente dell’Associazione Veneti nel mondo, a nome delle 8 associazioni locali che danno rappresentanza agli ex emigranti di ritorno – che il Veneto e le comunità dei veneti nel mondo intendono valorizzare.

Con oltre 3,2 milioni di emigrati registrati tra Otto e Novecento (prima regione d’Italia nelle classifiche degli espatri) e quasi 5 milioni di veneti e oriundi veneti residenti all’estero, il Veneto mantiene solidi legami istituzionali con i discendenti dell’”epopea” migratoria, anche attraverso la riunione periodica degli ‘stati generali’ degli emigrati e degli oriundi. “Una specificità della nostra regione”, ha fatto notare il consigliere regionale leghista Luciano Sandonà. “Che testimonia il senso di appartenenza dei veneti nel mondo – gli ha fatto eco l’assessore Lanzarin – come dimostra il documento finale degli ‘stati generali’ dell’”altro Veneto” che, no a caso, si conclude esprimendo manifestazioni di apprezzamento e sostegno per “l’avvio delle trattative con il governo per l’ottenimento di una vera autonomia del Veneto” e per la candidatura di Milano e Cortina a sede dell’edizione 2026 dei giochi olimpici invernali”.

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