Tutti contro “Fa’afafine”, lo spettacolo transgender “per bambini”
“Il ministro Fedeli informa che il Miur non è stato coinvolto in alcun modo nella realizzazione dello spettacolo sul bambino transgender ‘Fa’afafine’ e non ha avuto alcun ruolo nella promozione nelle istituzioni scolastiche della medesima iniziativa. Ne dà notizia l’assessore alla scuola della Regione Veneto, Elena Donazzan, che nei giorni scorsi aveva scritto al ministro chiedendo di non proporre questo spettacolo.
“Nella lettera di risposta il ministro Fedeli – prosegue Donazzan – chiarisce che, ‘nel rispetto delle norme dell’autonomia scolastica, soltanto le singole scuole possono stabilire l’opportunità di partecipare agli spettacoli teatrali che, rientrando nelle attività extracurricolari inserite nel PTOF, la partecipazione degli studenti agli stessi è considerata facoltativa e prevede il consenso dei genitori che possono astenere i propri figli in caso di non accettazione’”.
“A fronte delle parole del ministro Fedeli – sottolinea la referente regionale all’Istruzione – ritengo necessario accendere i riflettori sull’obbligatorietà degli istituti scolastici di informare i genitori sui contenuti di tutte le attività extracurricolari, e a mio avviso non solo, a cui prendono parte i loro figli”.
“Metterò in campo, sulla base delle mie competenze – annuncia Elena Donazzan – tutte le azioni necessarie per monitorare l’obbligo secondo cui le scuole devono informare i genitori sui contenuti delle attività a cui partecipano gli studenti. Vigilare non è soltanto un’azione da intraprendere, ma un atteggiamento da coltivare per evitare che a rimetterci siano i più giovani, vittime inconsapevoli di distorti disegni altrui”.
Intanto 70.000 firme sono state raccolte in poco più di due giorni, per volere dll’associazione Generazione Famiglia, tramite CitizenGO Italia.
Lo spettacolo teatrale “Fa’afafine”, in scena in questi giorni per gli alunni dagli 8 ai 16 anni sulla storia di un “bambino-bambina” transgender che si sente maschio i giorni pari e femmina i giorni dispari, e aspira ad avere un “terzo sesso” indistinto.
Sui social network la campagna è virale e anche la politica inizia a schierarsi con nettezza. Oltre all’Assessore alla Scuola del Veneto Donazzan, anche Giorgia Meloni ha condiviso la petizione e si stanno mobilitando le Regioni Lombardia, su impulso dell’Assessore Cappellini, e Liguria, e altri esponenti della Lega, di Forza Italia e di Idea.
Si punta alle 100.000 firme in pochi giorni, che saranno stampate e consegnate al Ministro Fedeli a dimostrazione che è in atto un allarme serio e fondato delle famiglie italiane sui gravi abusi che la scuola pubblica sta compiendo ai danni del loro diritto di priorità educativa.