TEATRO STABILE: REGIONE VENETO FINANZIA SCUOLA DI FORMAZIONE
La Regione Veneto sosterrà il Teatro stabile del Veneto anche investendo nella formazione teatrale e artistica dei giovani. Con la firma odierna al teatro Goldoni di Venezia del protocollo tra l’assessore regionale al lavoro e alla formazione e il presidente dello Stabile del Veneto, si struttura ulteriormente il percorso istituzionale, avviato nell’ottobre dello scorso anno con l’Accademia teatrale del Veneto, che vede la Regione impegnare una quota dei fondi Fse per la formazione teatrale dei giovani e per qualificare i diversi profili professionali legati al palcoscenico.
“Dal monitoraggio condotto dalla Regione sugli esiti occupazionali nell’ambito delle imprese culturali – ha messo in evidenza l’assessore regionale al lavoro e alla formazione – incrociando le informazioni delle banche dati di Inail, Inps e Veneto Lavoro, con particolare attenzione ai contratti stipulati e alle dinamiche occupazionali, è emersa una foto chiara e solida del Veneto, in cui il peso dei posti di lavoro generato dall’arte e dalla cultura è di grande rilevanza. La scelta, quindi, di investire risorse della programmazione FSE in modo significativo sulla Scuola teatrale regionale del Teatro Stabile è coerente con gli sforzi che negli anni hanno portato la Regione a sostenere finanziariamente la formazione professionalizzante nell’ambito della cultura”.
Per l’assessore il Teatro Stabile del Veneto è teatro nazionale “a prescindere dalle valutazioni che recentemente la commissione ministeriale ha espresso”. E un teatro nazionale, “come quello veneto, che per rilevanza storica è paragonabile solo a quello napoletano”, deve poter contare su una realtà di formazione di eccellenza.
“Mi auguro che la valutazione del ministero sia un ‘incidente di percorso’ – ha concluso l’assessore – e confido nel lavoro di ‘pressing’ istituzionale di Giunta e parlamentari veneti perchè la politica prenda un chiaro e preciso impegno per valorizzare questa fondamentale ‘industria culturale’ del Veneto e riconoscere il suo valore professionalizzante”.