«Smokin, Kissing, Goodbye»: il solito “tiro della morte”

Gli esseri umani sono sempre stati considerati gli animali più intelligenti della Terra e, proprio per questo motivo, avrebbero dovuto preoccuparsi maggiormente dei pericoli che il fumo può causare, senza mostrare i veri effetti negativi, sulla vita di tutti i giorni. Il tabacco, infatti, ha cominciato a essere masticato e fumato durante le cerimonie culturali e religiose circa 2000 anni fa perché ritenuto un toccasana, oltre che un antidolorifico, per ogni tipo di problema di salute; subito dopo la scoperta degli indiani d’America da parte di Cristoforo Colombo, i marinai hanno cominciato a riportarlo in Europa, determinandone la massiccia crescita in tutto il vecchio Paese: solo a partire da quel momento divenne evidente che il tabacco, da un lato, si trasformò in “nuovo oro” per le industrie emergenti dell’epoca, mentre, dall’altro, cominciò a mostrare come i suoi primi pericolosi effetti si riscontrassero su alcuni soggetti dipendenti. Così oggi, anche se sempre più medici continuano a portare avanti ricerche, insieme ai loro risultati, relative alle terribili condizioni a cui questa dipendenza può portare, l’industria sembra trascurare queste conseguenze, e continua a crescere a discapito dei consumatori, sfruttando questa “conoscenza” nascosta per far sì che milioni di persone si tengano strette questa pericolosa abitudine. Per questo motivo, coloro che vogliono rendere illegale il fumo hanno dovuto affrontare diversi problemi, soprattutto nei confronti dei forti fumatori, ma hanno comunque sostenuto che continuare a informare l’opinione pubblica sarebbe stata l’unica risposta ragionevole a una minaccia così devastante. Nel corso degli anni, tali opinioni hanno cercato di rendere il più chiaro possibile l’insieme della situazione, anche a causa della mancanza di conoscenza dell’argomento, e di ridurre il rischio di morti premature; tali affermazioni sono però una risposta miope a un problema che richiede visione, controllo e perseveranza per eliminare ogni dubbio e, per ora, solo teorie astratte che hanno bisogno di tempo per essere approvate dalle masse.

Per cominciare, chi è favorevole a rendere illegale il fumo sostiene che la riduzione della produzione e della vendita di tabacco a livello mondiale rappresenterebbe il primo approccio ideale adottato dalle istituzioni governative per prevenire drasticamente molte malattie. Basti dire che solo nell’ultimo decennio oltre il 27% dei casi di cancro ai polmoni è stato registrato in India, e che molti altri pazienti in tutta Europa hanno dovuto lottare per la vita e la morte; almeno in questa speciale “classifica della morte”, le due più importanti potenze mondiali, come gli Stati Uniti e la Russia, si trovano agli ultimi posti. Per questo motivo, anche i governi di tutto il mondo, magari per “lavarsi le mani”, hanno fatto un passo avanti e hanno cercato di affrontare il problema bombardando ogni giorno i programmi delle televisioni nazionali con il maggior numero possibile di spot pubblicitari diffusi in una trasmissione mondiale, per rendere visibili tutti gli svantaggi che questo prodotto può portare. Mentre queste misure vengono adottate e non possono essere negate, le statistiche rivelano che la situazione non cambia e anche il numero dei fumatori aumenta di giorno in giorno, fallendo inesorabilmente nell’iniziativa di sradicare completamente il fumo. Gli scienziati si accontentano del fatto che, anche se i risultati sono scarsi, le misure messe in atto sono comunque sicure di influenzare profondamente l’opinione pubblica, ma ultimamente alcuni individui testati hanno addirittura rivelato di avere difficoltà ad uscire dalla dipendenza dalla nicotina, mentre altri non ne hanno mai abbastanza e ne vogliono sempre di più, a conferma del potere assoluto che il fumo ha creato intorno a sé.

Sicuramente, tra le tante strategie adottate, l’introduzione della sigaretta elettronica sembra attirare l’attenzione grazie alle sue caratteristiche innovative che hanno rivoluzionato il mondo intero: permette alle persone di controllare l’assunzione di nicotina con un’ampia varietà di gusti di e-liquido disponibili, non contiene odore di fumo, cenere o tossine associate al fumo di tabacco e, soprattutto, salva vite umane. Sebbene questo nuovo strumento abbia favorito l’inizio di una tendenza rivoluzionaria, non tiene conto delle conseguenze a lungo termine che può avere sulle persone: di conseguenza, si verifica un’altra dipendenza invece di eliminare quella originale. La sigaretta elettronica incarna quindi due facce della stessa medaglia: da un lato, diventa il “trattamento” preferito da tutti i clienti che vogliono riprendersi dalla dipendenza da fumo, e venduto dalle principali multinazionali che ne approfittano volutamente; dall’altro, si trasforma in una nuova dipendenza, ancora più forte e profonda, che crea un ulteriore problema invece di risolverlo. Il fumo è senza dubbio la causa principale del maggior numero di tumori e malattie incurabili al giorno d’oggi, e tutte le tecniche che circondano questo problema rappresentano purtroppo un’arma a doppio taglio: se fossero in grado di ridare speranza, dovrebbero anche essere consapevoli di non cancellarla così facilmente.

La sigaretta elettronica, innovazione per i fumatori dell'ultimo secolo che però non ha portato i frutti desiderati
La sigaretta elettronica, innovazione per i fumatori dell’ultimo secolo che però non ha portato i frutti desiderati

Soprattutto, chi sostiene di rendere illegale il fumo può affermare che togliere la vita umana “secondo la regola” è il crimine per eccellenza e, commettendo così contro l’umanità, un “criminale” come il fumo merita la punizione finale di essere bandito dalle cause della morte nel mondo. Questo modo di pensare, però, mostra tanto entusiasmo attorno a un’ipotesi che sembra troppo astratta per essere invece realizzabile, e necessita dell’approvazione di cariche governative, non disposte a ribaltare la situazione con disattenzione. Si vede così che la grande sfida intrapresa da chi vuole rendere illegale il fumo è difficile da portare avanti, sia per gli inefficaci risultati ottenuti, sia per gli aborti dei governi nel valutare alternative reali degne di nota.  Come dimostrato, i recenti richiami alla possibilità di far smettere di fumare si basano su ricerche scientifiche che rappresentano sicuramente la base su cui si potrebbe costruire un nuovo senso di disciplina capace di essere più consapevole della salute che del profitto e, senza dubbio, la principale speranza, al momento deludente, su cui contare per credere in un mondo con meno corruzione e meno voglia di guadagnare più soldi possibili sulle disgrazie della popolazione. Si è visto che per ora, però, questo non può che essere considerato un mito, per la natura della maggior parte delle azioni fallite nei confronti di questo problema e per l’atteggiamento noncurante dei più alti funzionari pubblici; per questi motivi principali, passerà ancora più tempo prima che il mondo diventi un luogo più pulito e sicuro. Tenendo presente questo, è ragionevole concludere che rendere illegale il fumo è difficile da realizzare, ma dobbiamo assolutamente cercare un’opzione in grado di alimentare le speranze della gente e di guidare le masse verso un unico obiettivo: incoraggiare gli altri che non sono ancora entrati in questo tunnel a non iniziare mai perché. Rendere illegale il fumo sarebbe un grande passo nel mondo di oggi, ma non la vittoria finale di questa grande sfida, perché la gente dovrebbe prima di tutto capire l’importanza di essere vivi, la necessità di riuscire in una battaglia che non è ancora persa e, dopo averlo fatto, concepirsi come un dono della natura che non può essere sprecato a causa di un “tiro di sigaretta”.

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