Samuele Ciambriello presenta il suo “Carcere”

Presso la sede del circolo Acli “Orizzonti”, rione Alto, Napoli, è stato presentato il volume “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” del garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello.

Presso la sede del circolo Acli “Orizzonti”, rione Alto, Napoli, è stato presentato il volume “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” del garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello.
Insieme all’autore, hanno partecipato la direttrice del carcere di Secondigliano Giulia Russo, il garante dei detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia, e il presidente di Federconsumatori Rosario Stornaiuolo.
Una intervista e un dialogo tra addetti ai lavori e non solo, si è parlato di pena, detenzione, diritti delle persone private della libertà, di dignità umana” spiega il presidente delle Acli di Napoli, Maurizio D’Ago.
Samuele Ciambriello, giornalista, scrittore, professore, è attivamente impegnato da 40 anni nella lotta per i diritti delle persone sottoposte a restrizioni della libertà personale e Garante dei Detenuti della Regione Campania da ottobre 2017.
Presidente dell’Associazione La Mansarda, Ciambriello, ha sentito l’esigenza di ‘scrivere di carcere’, ma sopratutto di diritti negati, di affettività, attraverso osservazioni, colloqui, sopralluoghi, esperienze di vita vissuta.
Il libro è un pugno nello stomaco per ciò che racconta, controcorrente, senza peli sulla lingua, siamo in un paese in cui si pensa che le carcere devono essere riempite di più, in cui si manda in carcere per un qualsiasi errore, non ci sono pene alternative, non si vogliono recuperare le persone che hanno sbagliato, le associazioni cercano di dare una mano ai detenuti, ma come possibile recuperare queste persone che vivono in una stanza 20 ore al giorno se non si riesce a farle studiare, a costruire un lavoro?
Nel libro Samuele ci racconta la vita quotidiana e le difficoltà dei detenuti ad esempio a prepararsi prima per andare a colloquio con i familiari.
Secondo le percentuali il 50% aspetta il processo, quale recupero possiamo avere per queste persone che aspettano, per aver commesso piccoli reati senza possibilità di reinserirli nella vita sociale.
Altro tema affrontato le periferie come Scampia, che devono essere parte della città, sono un ennesimo problema per quei ragazzi in quanto non hanno modo di uscire di evadere da quella societa
Racconta di episodi quando partecipava come prete, iniziò a Bellizzi Irpino, Airola a Nisida che all’epoca era prigione scuola, all’inizio andava a incontrare quei ragazzi dai quattordici ai diciotto ma una società che giudica un minore poi lo mette in carcere è una società malata.
“Dobbiamo scommettere su questi ragazzi, sui minori tanto è vero che negli anni 90 creai l’associazione “La mansarda”, prendevo alcuni di loro e cercavo di prendermene cura”.
Sarebbe bello avere la certezza della pena ma la possiamo coniugare con la qualità della stessa? in Europa le misure alternative sono molto più considerate che non in Italia, da noi si guarda principalmente la pena ovvero il carcere e poi si indirizza verso misure alternative , mentre vi parlo, secondo le statistiche dell’amministrazione penitenziaria , 3000 persone devono scontare due anni di carcere, ci sono migliaia di detenuti in attesa di processo, la condanna di un anno la si potrebbe fare scontare come misura alternativa, come pubblica utilità persino arresti domiciliari.



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