OMS PROMUOVE MODELLO VENETO DI INTEGRAZIONE TRA SANITA’ E SOCIALE
“Il sistema veneto di integrazione tra cure ospedaliere, territoriali e servizi sociali corrisponde alle linee guida più avanzate indicate dall’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha promosso a pieni voti il modello perseguito della nostra Regione”.
E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin, al termine dell’incontro con il direttore generale dell’Oms Margaret Chan e i sei direttori regionali dell’organizzazione mondiale, avvenuto a palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, nell’ambito della sessione promossa dall’Oms a Venezia dedicata a valutare le migliori strategie di promozione e tutela della salute.
“Dalla dottoressa Chan, che guida l’organizzazione mondiale della sanità da dieci anni – aggiunge l’assessore Lanzarin – è arrivata una importante conferma alle caratteristiche di universalità, integrazione, flessibilità e sostenibilità del nostro sistema regionale socio-sanitario. Il Veneto, regione ‘benchmak’ per il sistema sanitario nazionale, è stato promosso anche dall’Oms come modello di studio e di riferimento per le ‘buone pratiche’ di salute e di cura, in particolare per i paesi del mondo con la popolazione più longeva”.
Ad illustrare oggi ai vertici Oms, nell’aula consiliare di palazzo ferro-Fini, le caratteristiche dell’organizzazione sanitaria regionale sono stati l’assessore alla Sanità Luca Coletto, l’assessore Lanzarin, il direttore generale Domenico Mantoan, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, oltre che i tecnici dell’area sanità e sociale della Regione. Il sistema veneto di salute affianca ai 17.500 posti letto ospedalieri per acuti, 3 mila posti letto riabilitativi in ospedali di comunità, una rete di assistenza di base attraverso medici di medicina generale e medicine integrate di gruppo, 30 mila posti in residenze sanitarie assistite per anziani e non autosufficienti e 120 mila assegni di domiciliarità per aiutare le famiglie a prendersi cura dei loro congiunti malati cronici. Il costo di cura e assistenza è pari a 2 mila dollari pro capite, 1600 in meno del costo medio unitaria del sistema tedesco, 300 in meno della media italiana.
“La stretta interconnessione tra ospedale e territorio, tra sanità e sociale appare, anche agli occhi degli esperti dell’Oms – conclude Manuela Lanzarin – l’unica ricetta per affrontare le sfide del progressivo invecchiamento della popolazione, della cronicità e della sostenibilità anche economica del sistema di welfare e della spesa sanitaria.
Investire nella prevenzione, negli stili di vita, nei servizi sociali alla persona, nelle cure di prossimità risulta, quindi, un dovere della politica per garantire il diritto di tutti alla salute e il benessere della comunità”.