Napoli, al via I CORTI DELLA FORMICA XII edizione
SINOSSI – Dietro la casa è un frammento della storia di un uomo, un Pittore che ha perso la vista ed è attaccato al suo passato, alla sua casa, che per non riesce a ricordare con serenità, fino a quando un giorno, i suoi pennelli immaginari si oppongono alla sua volontà di dipingere un quadro nero e lo aiuteranno a scavare in quella memoria. Il Pittore, preso il coraggio di andare a fondo e restare più a lungo possibile in quei neri ricordi, si ritroverà davanti alla realtà che aveva rimosso. La sua casa, immersa nella natura della ValBassa, capiamo essere stata distrutta dai roghi tossici e dalla costruzione edilizia invasiva per mano di due goffissimi uomini portatori dell’orrido e della distruzione in nome dell’arricchimento spietato. I due goffi sono CapaBassa e BassaCapa, l’uno presidente dell’imprenditoria, l’altro presidente dell’economia. Questi due orrendi soggetti altro non sono che la personificazione, prodotta dalla stessa fantasia del Pittore, delle cause che hanno distrutto la sua casa e hanno reso insopportabile il suo passato. Sarà proprio l’attraversamento di questo ricordo, il coraggioso esplorare ci che c’è dietro il nero che abita il cuore del pittore, a rivelargli l’unica via di liberazione.
SINOSSI – “A dodici anni, c’avia i capiddi neri neri intrecciati, le mani sempre fredde, un fermaglio giallo a mantenere e una paura fottuta del fuoco che nessuno si spiegava. Il pomeriggio, quando non ero presa dalle cose mie, facevo sempre una passeggiata lunga così, tanto per vedere tutte cose. E una volta, che fece pioggia all’improvviso da un sole mortale, tornai a casa prima e … …” E tutto quello che succede è commedia vera, un susseguirsi di gioie e dolori che Flora racconta fiera, senza nascondersi dietro l’opportunità di essere sola, senza nessuno che possa contraddirla e punto … punto finale
NOTE DI REGIA – A cinquant’anni, Flora racconta la sua vita, ne accetta da subito il risultato finale e masticando un cioccolatino dopo l’altro per ricordarsi di essere stata una bambina, si diverte e pare aver capito solo qualche giorno fa di essere stata usata dal destino. La violenza nelle case, le donne usate, il contesto sociale, i colori della gioia, i rumori dell’amore, il ritmo e la poesia. E poi ancora: i rimpianti, le cose serie, il giudizio della gente, le stravaganze, il futuro negato e l’omicidio … Flora racconta, sfiora tutto senza mettere bene a fuoco, semplicemente, “ogni cosa che incontra”. In fondo, quando tutto è definito, ci si comincia ad applicare troppo, si mette a nudo la semplicità della conquista e dove non ci sono orrori ma solo divertenti ammanchi, cominciamo a far nascere imperfezioni, cattivi odori e ci dimentichiamo quanto sono essenziali le generose sviste.