NANDO MISURACA E LE SUE ANIME BIANCHE
Nando Misuraca è autore di un videoclip per denunciare le morti bianche. Cantautore, giornalista e produttore discografico, Misuraca ha realizzato il videoclip con l’etichetta indipendente Suono Libero Music e con il contributo della CGIL Fillea.
La storia vede protagonista suo padre Bruno, deceduto sul lavoro il 5 maggio del 1999 nel crollo di un cortile nello storico quartiere Materdei a Napoli, una morte innocente che ancora reclama giustizia. Il videoclip è stato presentato in anteprima durante il V Convegno della Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive: “Ringrazio il Segretario Generale Giovanni Sannino per aver sposato il mio progetto, è importante per me sentire la loro vicinanza su un tema tanto importante e mi fa ben sperare per il futuro”. Misuraca racconta il suo progetto.
Una storia, quella di Anime Bianche, che parte dalla tragica morte di tuo padre Bruno che non ha ancora ricevuto giustizia… Una tragedia che hai trasformato in musica e video…
“Sentivo l’esigenza di raccontare la storia di mio padre Bruno in maniera più incisiva ed ho scelto il veicolo musica, che credo resti una delle forme di comunicazione di massa più forti che esistano. Una tragedia che, oltre alla dipartita di un uomo in maniera assurda, prosegue da vent’anni con l’impossibilità di garantirgli giustizia. Ci sono tre colpevoli: la ditta LEIME di Vincenzo Migliore, il direttore dei lavori, arch. Vincenzo Russo, l’amministratore Paolo Sansone ma sono tutti e tre inadempienti e nullatenenti. Una situazione grottesca che però, in Italia, diventa realtà. Chiedo fortemente l’intervento dello Stato per mio padre e tutte le morti bianche come la sua“.
Non è la prima volta che racconti in musica l’impegno civile, la necessità di fare giustizia e l’importanza della memoria, come hai dimostrato con il brano “Mehari Verde” dedicato a Giancarlo Siani che sarà contenuto nell’album “Inconsapevoli eroi” di prossima uscita… Hai coinvolto gli studenti grazie al tuo messaggio affidato all’arte?
“Il progetto “Mehari Verde” è stata una sorpresa che mi ha aperto scenari inimmaginabili. Lo presentai al “Premio Elsa Morante” all’Auditorium Rai di Napoli e da allora è stato un crescendo di condivisioni e di energia. Sono stato in tutta Italia, passando di scuola in scuola ed incontrando tanti giovani che si sono appassionati alla vicenda di questo ragazzo pieno di sogni e di voglia di fare, ucciso dalla camorra per la verità di cui era portavoce. Il disco parlerà di lui e di quelli che definisco gli “Inconsapevoli eroi”, storie italiane di persone che, grazie al loro agire ed alle loro vicende umane hanno dato un messaggio forte alla società“.
Con la tua etichetta discografica hai in contratto molti artisti napoletani e non solo, appartenenti a diversi generi musicali: quanto costa promuovere emergenti nell’attuale panorama musicale italiano?
“Costa tanto a noi ed a loro. A noi, perché dobbiamo continuamente investire in risorse in un momento non facile per l’arte. Oggi esiste la co-produzione, in alcuni casi il crowdfounding (una sorta di azionariato popolare attraverso il pubblico del web). Da circa vent’anni lo scenario è cambiato. La musica non si vende e gli artisti devono entrare nell’ottica che i primi imprenditori di se stessi devono essere loro. Per questo è importante investire in aziende serie che sappiano affiancare il percorso creativo, mettendo a loro disposizione tutto ciò che è necessario per condurre una carriera professionalmente ineccepibile. Ed è ciò che facciamo noi con Suono Libero Music. Da sei anni ci occupiamo principalmente di assistere gli artisti che hanno progetti indipendenti. Un lavoro duro e costante che ci ha portato, però, ad essere accreditati nelle maggiori testate giornalistiche e radio italiane, garantendo ai nostri artisti un’offerta sempre più alla pari con quella delle cosiddette majors“.