MAPPING IN VILLA RUFOLO DAL 21 MARZO

[vc_row][vc_column][vc_video link=”http://vimeo.com/89027840″][vc_column_text]In poco più di mezz’ora si attraverseranno mille anni di storia. Rigorosamente in versione 2.0. I miti che hanno fatto grande Villa Rufolo rivivranno grazie alle tecnologie attraverso cui sarà ricostruita la vita del prestigioso monumento. Mille anni e un mondo tutto da scoprire: da Wagner a Reid, da Boccaccio a Escher. E a fare da anfitrione sarà il fantasma di Lorenzo Rufolo. Col padrone di casa ci si addentrerà in uno dei pochi luoghi al mondo dove convivono suggestioni antiche e moderne, arte e natura, eleganza e passione. “Come padrone di casa sono orgoglioso di avervi ospitato” dirà Lorenzo Rufolo alla fine del fantastico viaggio realizzato dalla Fondazione Ravello nell’ambito del Progetto Ravello e che di fatto apre la stagione artistica della Città della Musica. I “quadri”, realizzati con effetti speciali e proiezioni tridimensionali, saranno sette in tutto e, partendo dalla torre d’ingresso, si rivivranno alcuni di quei passaggi di artisti, scrittori e letterati che hanno reso Ravello immortale. A cominciare da Giovanni Boccaccio, vero e proprio antesignano del gran tour ravellese. Per questo, forse, Pier Paolo Pasolini nell’ambientare il suo “Decameron” al Sud, volle che una parte della storia fosse riportata proprio a Ravello. Boccaccio però è solo il primo di una ricca serie di letterati che da Ravello e da Villa Rufolo hanno tratto ispirazione. Dopo di lui, infatti, sono passati per quei viali e quei giardini Edward Morgan Forster, André Gide, Paul Valéry, Tennessee Williams, Truman Capote, Gore Vidal, tutti attratti dal fascino discreto e misterioso dei luoghi, tutti in cerca di un buen retirobello e stimolante. Ma il passaggio che ha fatto le fortune di Ravello facendola assurgere a “Città della Musica” risale al 26 maggio 1880 quando, a dorso d’asino ed in compagnia della moglie Cosima, il grande compositore tedesco Richard Wagner si mosse dal convento dei Cappuccini di Amalfi, per visitarla. Trovò Villa Rufolo più bella che mai. Fu proprio qui, tra la torre ed il piccolo pozzo, che Wagner ebbe un’ispirazione folgorante: “Il magico giardino di Klingsor è trovato”, avrebbe scritto qualche ora dopo sul registro della locanda Palumbo, con ciò intendendo di avere ravvisato finalmente, a Villa Rufolo, le sembianze del regno fatato abitato dal perfido mago Klingsor, protagonista del secondo atto del “Parsifal”. Il monumento simbolo della città era appena stato risistemato da Sir Francis Nevile Reid, il nuovo appassionato proprietario scozzese. Ed è a lui, nei giardini della Villa che sarà dedicata una delle sette proiezioni mappate. La quarta in particolare, esalterà le linee e le geometrie straordinarie dei giardini sospesi sul mare, cornice del prestigioso festival estivo arrivato allo sua sessantaduesima edizione. Un disegno che sembra richiamare le linee geometriche di Maurits Kornelis Escher, l’artista olandese che pure soggiornò a lungo a Ravello, negli anni Venti, presso l’Hotel Toro. Il viaggio nei mille anni di storia si conclude coi giorni nostri, guardando al futuro e proiettando il visitatore verso la nuova edizione del Ravello Festival, col suo tema conduttore dedicato al Sud. Perché non ci sono luoghi più adatti di Ravello e di Villa Rufolo a raccogliere ed esibire, in un unico irripetibile spazio, le eccellenze mediterranee della natura e dell’arte.

A fare da cornice al sensazionale evento, che aprirà il monumento anche nelle ore notturne fino al 4 maggio, anche due mostre monografiche dedicate a due eccellenti artisti italiani contemporanei apprezzati a livello internazionale: Ferdinando Ambrosino e Mario Ferrante“Da Cuma a Pompei, viaggio nel tempo” è una personale che raccoglie alcune tra le più significative opere recenti (2007-2014) del Maestro Ferdinando Ambrosino: dipinti e sculture ispirati ad alcuni dei maggiori siti archeologici del “Sud” Italia e della Campania in particolare. Un viaggio fino alle antiche radici greco-romane della cultura mediterranea: tra storia e mito, tra simboli, icone e reperti trasfigurati dal tempo. L’esposizione a Villa Rufolo è contestuale e complementare alla mostra di Ambrosino presso l’Istituto Italiano di Cultura a San Francisco che apre una serie di mostre negli U.S.A. dedicate all’ultima produzione del Maestro campano, nato a Bacoli (NA) nel 1938. “Luci ed ombre di Mario Ferrante. Napoli come Rio” è un’anteprima internazionale di una serie di mostre, in Europa e nel mondo, dedicate a Ferrante (reduce da due recenti personali: a Montecarlo e Berlino). La mostra comprende una selezione di dipinti e sculture recenti del Maestro italo-carioca (nato a Roma nel 1957 e cresciuto in Brasile), che nel loro insieme costituiscono un breve, ma intenso viaggio nello spazio, denso di vitalità e contraddizioni, di due metropoli contemporanee a “Sud”: Napoli e Rio de Janeiro. Due luoghi straordinari, geograficamente e culturalmente distanti, ma colti dall’artista nelle loro similitudini e magiche assonanze: di colori, emozioni e sentimenti. Due città piene di poesia ed energia, ma anche afflitte da sacche di miseria e crudeltà. Entrambi gli autori (le mostre, ospitate nelle Sale Superiori della Villa, saranno aperte al pubblico tutti i giorni dalle 11 alle 13.30 e dalle 19.30 alle 24) sono fortemente legati al “Sud” (tema del Ravello Festival 2014), sia per esperienze di vita vissuta, sia come fonte inesauribile d’ispirazione artistica.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][/vc_column][/vc_row]

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