L’Esercito pronto a spegnere la Terra dei Fuochi

di Katiuscia Laneri

L'Esercito pronto a spegnere la Terra dei Fuochi

Legge fatta, Esercito pronto, manca solo “il via” dalle Prefetture per l’attività di contrasto agli incendi ed allo sversamento abusivo di rifiuti nella cosiddetta Terra dei Fuochi (area della Campania a ridosso delle province di Napoli e Caserta).

Presso l’area addestrativa di Persano (SA), più di 350 bersaglieri della brigata «Garibaldi», di stanza a Caserta sotto il comando del generale Maurizio Scardino (in foto),  hanno simulato e verificato le procedure per le operazioni di controllo del territorio e di contrasto a fenomeni correlati a contaminazioni ambientali di varia natura. Con la Garibaldi in campo anche altre unità specializzate dell’esercito come: il 7° Reggimento Difesa NBC (nucleare batteriologico chimico) di Civitavecchia; il 41° Reggimento SORAO di Sora con l’impiego di piccoli droni Raven per la sorveglianza area del territorio; specializzati nella comunicazione oeprativa del 28° Reggimento «Pavia» di Pesaro; assetti specialistici del genio e poi attrezzature e macchine sofisticate e adatte ad assistere la popolazione in qualsiasi momento e per ogni tipo di necessità, anche sanitaria.
Dal ritrovamento di un fusto con sostanze tossiche, all’incendio di materiale nocivo, dall’individuazione di persone sospette fino alla bonifica di aree eventualmente contaminate, attraverso un’apposita sala operativa, l’assetto militare è capace di seguire ciò che avviene nel territorio H24 e di individuare “fiammelle” anche in piena notte.

Un controllo totale grazie alle più avanzate tecnologie ma senza dimenticare le elevate capacità umane: Pattuglie di specialisti chiamati “uomini invisibili”,  possono  mimetizzarsi ovunque  per allertare immediatamente le forze di polizia.

«L’Esercito – ci tiene a sottolineare il generale Scardino – è pronto e preparato per attività di pubblica utilità come per le operazioni di peacekeeping all’estero»

Anche se in questo caso c’è qualcosa di più: Sotto la maggior parte delle divise batte il cuore di un civile nato, cresciuto e residente nelle zone contaminate che non vede l’ora di poter intervenire sul proprio territorio senza ulteriore dispendio per i contribuenti.

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