L’EDITOREEL: Se Cristo fosse stato donna?

Ci avete mai pensato? Eppure già nei secoli XII e XIII i filosofi cristiani dibattevano sulla questione, anche se insolita per la mentalità dell’epoca.

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“E se Cristo fosse stato una donna?” Ci avete mai pensato? Può sembrare un pensiero provocatorio ma in realtà porta con sé domande profonde. 

Nei secoli XII e XIII, i filosofi cristiani dibattevano già sulla questione, sapete?: 

“Dio avrebbe potuto incarnarsi in una donna?”

Ebbene sì, questa possibilità, per quanto insolita per la mentalità dell’epoca, fu considerata. 

San Bonaventura, per esempio, sosteneva che una donna avrebbe potuto meglio esaltare la gloria divina, proprio per la sua “fragilità” e il ruolo simbolico di “riscatto” dopo la colpa di Eva. Ma alla fine, la tradizione ha sempre privilegiato il maschile, vedendo nell’uomo il simbolo di autorità e azione.

 Eppure, i Vangeli stessi ci danno spunti diversi.
Cristo ha dato alle donne un ruolo importante: è Maria Maddalena, non Pietro o Giovanni, la prima a vederlo risorto. Un atto rivoluzionario per il suo tempo.

Ed anche i cristiani illuminati di oggi riconoscono quanto il patriarcato abbia condizionato il racconto sacro, lasciando però aperta la domanda: cosa sarebbe cambiato con una Figlia di Dio?

Ma non fermiamoci alla religione.
Il dibattito sull’incarnazione al femminile ci invita a riflettere sul ruolo delle donne nella società. Perché, come scrive la teologa Marinella Perroni, il discorso sulle donne è sempre stato monopolio maschile, nella religione e fuori. Il patriarcato si ritrova ancora oggi nelle decisioni chiave della Chiesa e nei ruoli che alle donne vengono attribuiti, sempre legati alla cura, all’accoglienza, mai al potere o alla guida.

 

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