L’EDITOREEL: Potere alle donne in Inghilterra e Giappone, rivoluzione o facciata?

È solo una coincidenza o stiamo assistendo a un vero cambio di potere al femminile?

Negli ultimi mesi, due donne hanno infranto barriere che sembravano impossibili da superare da una parte all’altra del mondo.
Nel Regno Unito, Sarah Mullally è appena diventata la prima donna alla guida della Chiesa d’Inghilterra.
Una svolta storica, dopo oltre 500 anni di leadership maschile.
Il suo arrivo coincide con un momento delicatissimo per la comunità anglicana, scossa da scandali sessuali e accuse di insabbiamenti.
E proprio per questo la sua nomina è vista da molti come un segnale di rinnovamento, trasparenza e fiducia.

Anche in Giappone, una donna sta riscrivendo la storia: Sanae Takaichi, 64 anni, è la prima presidente del partito conservatore, e con ogni probabilità sarà la prossima prima ministra del Paese.
Una svolta che sorprende ancora di più se si pensa che il Giappone è al 118° posto nel mondo per parità di genere.
Ma la sua figura divide: è una politica dalle idee tradizionaliste e nazionaliste, che non si definisce femminista, pur rappresentando un passo epocale per la leadership femminile.

Due donne, due mondi lontanissimi. Eppure entrambe simbolo di un potere che, lentamente ma inesorabilmente, sta cambiando volto: Più femminile, più complesso, più osservato.

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