L’EDITOREEL: Papa Francesco e il termine politically incorrect
Non sappiamo perché e quando “fro…o” sia diventato dispregiativo ma una cosa è certa, oggi qualsiasi termine può essere considerato tale anche se a esprimersi è Sua Santità in persona.
Ma è vero che papa Francesco ha usato l’espressione “frociaggine”?
Se così fosse, sono convinta che l’ha fatto senza intenzioni discriminatorie, anzi, è probabile che non sia nemmeno consapevole dell’accezione offensiva del termine.
Perché in effetti non è nata con queste intenzioni, anche se le origini del termine sono difficili da ricostruire.
Una delle ipotesi più accreditate si rifà all’occupazione francese di Roma all’inizio del XIX secolo. Nella parlata romanesca, français (francese) sarebbe diventato “froscé”, per offendere gli invasori ma senza alcun riferimento agli orientamenti sessuali.
Si pensa anche derivi dall’aggettivo spagnolo flojo (“floscio”), usato per indicare una persona senza carattere, debole.
Ma si pensa anche all’espressione “frociare”, usata in alcuni dialetti italiani col significato di “fare le smorfie” (con riferimento ad atteggiamenti effeminati), oppure al latino “flos”, cioè fiore, per la sua delicatezza e dunque a una stereotipata mancanza di virilità.
Però indipendentemente dalla vera origine, non dimentichiamo che la parola è entrata nella lingua comune nel XX secolo attraverso il cinema e la letteratura. Usata dagli autori per riflettere il linguaggio colorito e popolare dell’epoca rappresentata nelle proprie opere come osservazione sociale piuttosto che offesa diretta.
Non sappiamo quindi perché e quando “frocio” sia diventato dispregiativo ma una cosa è certa, oggi qualsiasi termine può essere considerato tale anche se a esprimersi è Sua Santità in persona.