L’EDITOREEL: Pace, il vero potere è nelle mani dei trasportatori

Oggi, 22 settembre anche i portuali hanno ovviamente aderito allo sciopero generale a sostegno di Gaza e il 26 e 27 settembre a Genova si incontreranno delegazioni da diversi porti italiani ed europei per coordinare nuove azioni comuni per rendere più difficile far transitare armi attraverso la logistica civile.

Quanto vale la voce di chi lavora nei trasporti? Ve lo dico io tantissimo! Me ne sono resa conto qualche anno fa quando scioperarono i camionisti. Ricordate anche voi? Bastarono pochi giorni di blocco per far mancare carburante ai distributori, prodotti sugli scaffali e paralizzare così intere città. 

Oggi, uno scenario simile si sta muovendo dentro i porti italiani anche se per motivi diversi.

La scorsa settimana, a Ravenna, i portuali insieme a decine di associazioni pacifiste hanno bloccato l’imbarco di due container carichi di esplosivi diretti in Israele. 

Ma da Genova a Livorno, da Salerno a La Spezia, i lavoratori dei porti hanno iniziato a rifiutarsi di toccare carichi sospetti di armi e munizioni. 

Oggi, 22 settembre anche i portuali hanno ovviamente aderito allo sciopero generale a sostegno di Gaza e il 26 e 27 settembre a Genova si incontreranno delegazioni da diversi porti italiani ed europei per coordinare nuove azioni comuni. L’obiettivo? Rendere più difficile, se non impossibile, far transitare armi attraverso la logistica civile.

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