L’EDITOREEL: Napoletani sempre sotto attacco. Basta!
Napoli è cultura, storia, bellezza. Eppure, c’è ancora chi ci tratta come cittadini di serie B. Quasi sempre sono persone ignoranti, ammettiamolo!

Ma davvero nel 2025 c’è ancora chi vieta di cantare in napoletano? Una lingua ricca di storia e cultura, che risuona in tutto il mondo, è stata considerata ‘inadatta’ in un karaoke di Firenze. E questo è solo l’inizio: dai cori razzisti negli stadi alle vessazioni contro i giornalisti partenopei, fino al pacco restituito perché ‘proveniente da Napoli’ anche se inviato da una residente vicentina, moglie di un ex calciatore che ha scelto di restare all’ombra del Vesuvio pur potendo tornare a casa.
A chi è nato e cresciuto a Napoli, come me, questa cosa brucia. Non è solo una questione di tifo o di dialetti. È una questione di rispetto, di uguaglianza, di libertà. Io tratto spesso questi argomenti, anche se riguardano altro tipo di discriminazioni e non mi coinvolgono direttamente. Perché? Proprio perché sono napoletana e noi napoletani simm’ gent’ e cor! Che tradotto significa altruisti, disponibili.
Napoli è cultura, storia, bellezza. Eppure, c’è ancora chi ci tratta come cittadini di serie B. Quasi sempre si tratta di persone ignoranti, ammettiamolo.
Spesso mi sono trovata ad affrontare pregiudizi con chi credeva di conoscere bene la città solo per gli articoli di cronaca, ma non ci era mai stato.
Ma sapete una cosa? Noi napoletani abbiamo imparato a resistere. Ogni insulto, ogni gesto di odio, lo trasformiamo in forza. E non stiamo zitti, non abbassiamo la testa!
Vi basterà aprire qualche libro di storia per capire di che pasta siamo fatti.
L’ho sempre detto, in tutte le interviste che rilascio: Napoli è stata la mia maestra di vita, la mia università professionale, nelle mie vene scorre lava e caffè (ultimamente più caffé), al posto del sangue.
E ne vado fiera!