L’EDITOREEL: Milioni di followers falsi, ma servono?
Il caso pandoro ha scoperchiato il vaso di Pandora tirando fuori diverse questioni che riguardano il mondo degli influencer, tra i quali i falsi followers. Ma oggi, come ieri, agli inserzionisti interessa la quantità di persone che vedono un post o un video: in pratica, l’audience.
Quando sentiamo che un personaggio ha TOT milioni di followers ci chiediamo mai se davvero, sparse per il mondo ci sono persone che seguono passo passo i loro post e le stories?
Il caso pandoro ha scoperchiato il vaso di Pandora tirando fuori diverse questioni che riguardano il mondo degli influencer, tra i quali i falsi followers. Anche a me arrivano continue proposte commerciali a riguardo…Ma cosa me ne faccio? E’ vero che oggi servono per farsi notare dai media…ma io faccio parte del mondo dei media da 30 anni! Me li sono fatti tutti. Non fraintendete, intendo radio, tv, web e social.
Questi ultimi mi hanno dato la possibilità immediata di interagire con il mio pubblico: persone vere, dotate di un cervello e quindi interessate a ciò che faccio e che dico. Ma questa è la mia motivazione.
Sicuramente diversa da chi pensa di entrare, grazie alla quantità di follower, nel mondo della pubblicità. Cosa che a noi giornalisti, regolarmente iscritti all’ordine, è preclusa pena la radiazione.
Però, le grandi aziende di solito si rivolgono alle società di influencer marketing, che sono le prime a non tenere più conto del numero dei follower. Quello ormai serve più a impressionare il pubblico che a misurare la performance digitale. Inoltre, l’uso dei social è sempre più simile alla tv. Allora, esattamente come accade per il piccolo schermo, ciò che interessa agli inserzionisti è la quantità di persone che vedono un post o un video: in pratica, l’audience.