L’EDITOREEL: La verità sulla polvere bianca di Pollon
Il senso dell’ umorismo occidentale è molto diverso da quello orientale per cui si è preferito trasformare la protagonista del cartoneanimato in una narcotrafficante.
Chi ricorda Pollon l’aspirante dea dell’Olimpo? Ovviamente la domanda è rivolta ai miei coetanei, quelli della generazione X e Y.
Non so voi, ma io adoravo quel cartone animato giapponese. A parte il balletto dei due orsi vestiti con la salopette in jeans, che allora era come vedere oggi i nobili di colore in Bridgenton, c’era quella canzoncina strampalata sulla polverina bianca che mette allegria e che ingenuamente cantavamo a squarciagola da bambini.
Non ditemi che non lo avete fatto almeno una volta anche voi!
Solo in seguito, sprigionata la malizia, ho iniziato a prestarci attenzione e a chiedermi: Se sembra talco e talco non è, ma serve a mettere allegria, allora cos’è?
In realtà la risposta era nell’abbigliamento degli orsi!
Però, ho appena scoperto, grazie alla traduzione di una influencer italo giapponese, che il doppio senso è stato creato dagli autori italiani. Perché nella versione originale la filastrocca dice tutt’altro.
O meglio dice nulla. Solo parole strampalate dovrebbero far ridere. Ma il senso dell’umorismo occidentale è molto diverso da quello orientale per cui si è preferito trasformare la protagonista del cartone animato in una narcotrafficante.