L’EDITOREEL: Il nostro cervello è invecchiato con la pandemia, come recuperare?

Uno studio britannico dell’Università di Nottingham, pubblicato su Nature Communications, ha dimostrato che il nostro cervello ha subito un invecchiamento medio di circa 5 mesi e mezzo nel periodo della pandemia.

Avete mai pensato che la pandemia abbia lasciato tracce nel nostro cervello? Anche se non ci siamo mai ammalati.

Io sì, anzi, in verità ho ancora oggi l’impressione di non aver vissuto 2 anni della mia esistenza. Come se fossi stata in letargo! 

Provate anche voi questa sensazione? 

Ma, uno studio britannico dell’Università di Nottingham, pubblicato su Nature Communications, ha dimostrato che il nostro cervello ha subito un invecchiamento medio di circa 5 mesi e mezzo. Non per il virus in sé, ma per lo stress, l’isolamento e le restrizioni che hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini quotidiane.

La buona notizia è che molti di questi cambiamenti non sono irreversibili. Con attività stimolanti, interazioni sociali dal vivo, non solo virtuali, e una vita equilibrata, il cervello ha una grande capacità di recupero.

Ecco perché luoghi come palestre o attività aggregative quali gite o adesione a gruppi di lettura, di recitazione o di canto, oggi sono molto importanti. Ci aiutano a restare giovani e, soprattutto, ci preparano ad affrontare la nuova ondata di COVID che sta circolando. La lezione ci è bastata!

Io per esempio sto frequentando un corso di recitazione e partecipo ad un coro, oltre a viaggiare appena possibile con la mia gattina Monkina, con cui realizzo reportage di informazione turistica pet friendly. 

Voi invece cosa fate?

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