L’EDITOREEL: Gli influencer e l’inutile decalogo AGICOM
Anche questa volta si è pensato a tutelare solo gli interessi economici e niente altro.
No alla violenza, all’odio, alla discriminazione, sì alla corretta rappresentazione dell’immagine della donna; rispetto per i minori e divieto di pubblicare contenuti che possano danneggiarne lo sviluppo fisico, psichico, morale.
Influencer attenti, questi che ho appena citato sono solo alcuni dei paletti fissati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
D’altra parte la vostra è diventata una professione a tutti gli effetti ed è arrivato finalmente il momento di mettervi in riga!
Perché di casini ne state combinando davvero tanti coinvolgendo nel caos anche chi nel mondo della comunicazione ha un ruolo regolamentato da decenni.
Purtroppo però, diversamente dalle altre figure professionali quali ad esempio i giornalisti che sono tenuti al rispetto deontologico appena iscritti all’ordine, queste linee guida si applicheranno solo agli influencer che raggiungano almeno un milione di follower sulle varie piattaforme e abbiano superato su almeno una un valore di engagement rate del 2% o più (cioè hanno suscitato commenti o like in almeno il 2% dei contenuti pubblicati). Inoltre, sarà obbligatorio il rispetto delle norme in materia di diritto d’autore e della proprietà intellettuale ed essere riconoscibili.
In particolare – spiega l’Agcom – dovrà essere chiaramente individuabile il mittente o creatore del video e dovrà essere disponibile un dato di contatto.
Secondo me in questo modo si risolve poco. Perché chi ha 999 mila follower e poco meno del 2% di engagement, che comunque non è poco, continuerà a fare danni.
Dunque, anche questa volta si è pensato a tutelare solo gli interessi economici e niente altro.