L’EDITOREEL: Fumo e cani vietati nei ristoranti, equità o paradosso?
Nella società dell’ “eguaglianza” si deve accontentare tutti: chi evita il fumo passivo (perché fa male) ma anche chi ha la fobia per i cani (innocui).

Parliamoci chiaro: da non fumatrice trovo giusto vietare il fumo nei ristoranti anche all’esterno. Anzi, fosse per me, lo vieterei pure al parco e in altri spazi aperti. Io trovo fastidioso pure quando qualcuno dei commensali torna dopo aver fumato fuori, perché il tanfo che si portano dietro mi disgusta.
Ma quella messa in atto a Milano è una rivoluzione che nessuno osa nemmeno immaginare: vietare l’ingresso ai cani nei ristoranti. Sì, avete capito bene.
Le sigarette, ok, siamo d’accordo che fanno male, anche in forma passiva, e per qualcuno come me puzzano, ma che fastidio può dare un peloso? Spesso più silenziosi e discreti dei bambini, che pure sia chiaro adoro.
Però a qualcuno, lo sguardo tenero o la sola presenza di ciò che viene definito il più fedele amico dell’uomo (a senso unico a quanto pare) dà fastidio più della puzza di nicotina.
Si parla tanto di inclusione e sostegno per i nostri quadrupedi, anche il codice della strada a tal proposito è ora categorico sul loro abbandono e poi… vengono banditi dai locali.
Sembra quasi una ripicca, ma mi chiedo: i ristoratori hanno fatto bene i loro calcoli? Sanno che oggi il numero di genitori di pelosetti supera di gran lunga quello di bambini e dei fumatori.
Comunque la vera questione è che oggi, nella società dell’ “eguaglianza” si deve accontentare tutti: chi evita il fumo passivo (perché fa male) ma anche chi ha la fobia per i cani (innocui).