L’EDITOREEL: Disinformazione in epoca IA, siamo tutti manipolati
Non so te, ma a me offende lasciare che siano i social o gli algoritmi a decidere cosa devo o non devo sapere in base alla viralità e non alla verità.

Le proteste a Los Angeles, scatenate dalle politiche anti‑immigrazione di Trump, sono usate come terreno fertile per la disinformazione e i deepfake. Un fenomeno che sembra fantascienza… ma è reale.
Negli ultimi giorni, foto e video scorrono ovunque online, presentati come scene di caos e violenza, quando invece si tratta di immagini girate in altre città e per altri motivi.
Il carico da 90 lo ha poi portato l’intelligenza artificiale: c’è stato il famigerato “soldato Bob”, un deepfake virale che ha registrato milioni di visualizzazioni sui social. Inoltre, molti utenti si sono rivolti a chat‑bot per verificare le notizie e in certi casi hanno ricevuto risposte inattendibili.
Insomma l’AI tenta di verificare gli stessi contenuti falsi che crea!
Intanto il giornalismo, messo sotto pressione, sta perdendo credibilità.
Perchè quando la realtà diventa manipolabile, la fiducia collassa.
Ecco perché oggi più che mai serve professionalità nel fare informazione ed è importante che ogni notizia venga verificata.
Non so te, ma a me offende lasciare che siano i social o gli algoritmi a decidere cosa devo o non devo sapere in base alla viralità e non alla verità.