L’EDITOREEL: Chiedere la pace con la violenza è paradosso
A Milano abbiamo visto scene che nulla hanno a che fare con la convivenza civile ma che hanno come unico scopo quello di oscurare le ragioni stesse della protesta.
Ma vi sembra normale chiedere la pace… facendo esplodere la violenza?
Per oggi avevo programmato e registrato un altro editoriale, ma dopo quello che è successo ieri a Milano, non ho potuto fare a meno di dire la mia. Sì stavolta voglio esprimere anche la mia opinione personale.
A eventi come quelli di ieri a Milano, durante lo sciopero generale pro Palestina, ho assistito spesso in passato da reporter. Non a caso nel bauletto dello scooter avevo un’altro casco, più leggero, e occhialini da nuoto. Lo so, può far ridere ma vi assicuro che chi alimenta questo tipo di protesta è spietato anche e soprattutto con i giornalisti.
Ad essere sincera, vista appunto la mia esperienza, un po’ me l’aspettavo che ciò che era stato annunciato da tempo, per l’ennesima volta, come momento di dialogo e solidarietà si sarebbe trasformato in teatro di scontri e tensioni.
Infatti, a Milano, abbiamo visto scene che nulla hanno a che fare con la convivenza civile. Risultato? Anzi scopo? Oscurare le ragioni stesse della protesta.
Perché non importa da che parte stai, non importa quale bandiera porti. Se il messaggio è pace, allora il primo passo deve essere dare l’esempio. Se non lo fai è perché non è quello che vuoi, non è per quello che stai protestando. Al contrario stai dimostrando il tuo dissenso alla manifestazione e al motivo per cui è stata organizzata.
