L’EDITOREEL: Cani e gatti a lavoro, tu che ne pensi?
Sempre più aziende stanno assumendo animali da compagnia, anche in Italia. E i risultati sono sorprendenti.

A quanto pare questa fortuna non è solo per chi come me lavora in smartworking e ha lo studio a casa, sempre più aziende infatti stanno assumendo animali da compagnia. Anche in Italia. E i risultati sono sorprendenti.
Dunque, arrivi in ufficio e il primo pensiero non è il caffè, ma un abbraccio a Fido o Micio.
E non è solo un’idea carina. La scienza conferma che cani e gatti in ufficio abbassano lo stress, migliorano l’umore e – udite udite – aumentano la produttività.
Prendiamo ad esempio Purina: negli stabilimenti di Assago c’è spazio per il “Pets at Work”, con spazi dedicati a giochi e coccole. Risultato? Team più sereni e super motivati.
O pensate a Google Milano: il cane è ammesso persino nelle sale riunioni. Risultato? Atmosfera rilassata e meno assenteismo .
E Tesisquare in Piemonte? Ogni sabato porta i cani in ufficio con vaccinazioni ok. Benefici? Più creatività e interazione tra colleghi.
I vantaggi insomma sono concreti: meno stress, più socialità, aumento della fedeltà all’azienda . Aumento dell’85% di soddisfazione tra i dipendenti e per molte aziende rappresenta un plus per attrarre giovani talenti .
Ma non è tutto rosa e fiori: c’è chi solleva dubbi su allergie, disturbi o congestione di spazi. Negli open space potrebbe diventare un problema se non ci sono regole precise.
Insomma, è chiaro: il benessere animale diventa benessere collettivo, ma serve organizzazione. Non bastano le ottime intenzioni.