L’EDITOREEL: Attenzione ai libri avvelenati in biblioteca
Le biblioteche tedesche hanno iniziato un lavoro di ricerca dei volumi sospetti – caratterizzati dal colore verde delle copertine o delle pagine – per metterli in quarantena.
Se siete tra quelli che ancora frequentano le biblioteche, prestate attenzione ai libri ottocenteschi di colore verde, perché potrebbero essere avvelenati.
Il 1814 è infatti l’anno in cui, in Germania, ebbe inizio la produzione di un bellissimo verde a base di acetato arsenito di rame, un composto tossico utilizzato per la derattizzazione delle fogne di Parigi. L’Inghilterra vittoriana, ma non solo, se ne innamorò follemente. Così, con il velenoso pigmento si iniziarono a tingere abiti, che causavano irritazioni e lesioni a chi li indossava, tappezzerie a fiorami, che rilasciavano polveri tossiche su cibi e pavimenti, e libri. Con il tempo, questa tinta smeraldina passò di moda e il composto tossico – che era perfettamente legale – venne abbandonato. Ma i libri però sono rimasti.
Per questo motivo, le biblioteche tedesche hanno iniziato un lavoro di ricerca dei volumi sospetti – caratterizzati dal colore verde delle copertine o delle pagine – per metterli in quarantena.
Ma dato che non tutti i libri quel colore sono contaminati si sta cercando di mettere a punto dei test rapidi per rilevare l’eventuale presenza del composto tossico.
Poi verranno stabilite delle procedure di sicurezza per la consultazione.
Il pericolo non è elevato ma nemmeno da sottovalutare.
A prescindere dal rischio veleno o no, sono tantissimi i motivi per cui è meglio non leccare le dita per girare le pagine o strofinarsi gli occhi dopo aver toccato un libro che è passato per tante mani diverse.