L’EDITOREEL: Articolo prodotto con IA diventa virale ma è l’errore meno grave
Oggi tutti si affidano all’intelligenza artificiale per qualsiasi curiosità e informazione, senza saperla davvero utilizzare e spesso ricevendo risposte errate. La vicenda del quotidiano ha dimostrato quanto il sistema si sia diffuso anche nelle redazioni. Ma è solo la punta dell’iceberg!
E’ virale il post che mostra la chiusura di un articolo su un quotidiano locale con l’inequivocabile frase automatica di ChatGPT.
Si tratta di un errore “umano” che però apre un ampio dibattito.
Oggi tutti si affidano ciecamente all’intelligenza artificiale per qualsiasi curiosità e informazione senza saperla davvero utilizzare e spesso ricevendo risposte errate.
E la vicenda del quotidiano ha palesemente dimostrato quanto il sistema si sia ampiamente diffuso anche nelle redazioni. Anche i quotidiani storici e molto noti, stanno sostituendo i professionisti che vanno in pensione con stagisti o pagando quattro soldi le collaborazioni.
La cosa grave però, e questo lo ha colto solo chi come me è di questo mondo, è la mancata verifica da parte del direttore/direttrice responsabile.
E’ questo il suo compito. Proprio perché responsabile dei contenuti di una testata. Ecco perché ai miei collaboratori/collabortrici faccio salvare i loro pezzi in bozza.
E quando è capitato, raramente per fortuna, che qualcuno abbia pubblicato direttamente la collaborazione è stata troncata all’istante.
Perché il direttore di una testata, non come il dirigente di una azienda, non è una questione di potere ma di rischi. Rischia in prima persona querele e risarcimenti.
Quindi io non faccio come altri giornalisti che hanno ironizzato e criticato l’errore del quotidiano, di proposito non lo nomino, perché tutti usiamo ChatGpT per ottimizzare il tempo o trarre spunti. Ed è questo che deve restare, un supporto non un sostituto.
