L’EDITOREEL: Anche Mozart e Salieri facevano dissing

La pratica in cui un artista critica o attacca un altro, spesso con rime taglienti e provocazioni dirette, non è solo insulto, ma è anche un modo per dimostrare talento e forza nel confronto artistico.

Si sta parlando tanto del dissing tra Fedez e Tony Effe, ovvero delle frecciatine in rima che i due rapper si stanno lanciando pubblicamente.

La pratica in cui un artista critica o attacca un altro, spesso con rime taglienti e provocazioni dirette, non è solo insulto, ma è anche un modo per dimostrare talento e forza nel confronto artistico.

Il termine “dissing” deriva dalla parola inglese “disrespect”, cioè mancanza di rispetto e nel contesto musicale è diventato una vera e propria sfida verbale, un gioco di prestigio con le parole che può infiammare il pubblico… o distruggere una carriera!

Oggi i protagonisti del dissing sono artisti come Eminem, Drake, Cardi B, e anche alcune star italiane come Sfera Ebbasta e Salmo. Ma il dissing non è una novità e non è nato con l’hip-hop e il rap. La pratica è ben più antica e legata alla poesia, alla letteratura e persino alla musica classica. 

Potremmo considerare “progenitori” del dissing, ad esempio le poesie che Catullo e Orazio usavano come strumento per attaccare i rivali della loro epoca.

Ma la leggenda racconta, perché non ci sono prove concrete, di una forte rivalità tra Mozart e Salieri. Il dissing musicale tra i due, alimentato dalle differenze di stile, potrebbe essere considerato un precursore di quello odierno.

Insomma, la tradizione ha radici millenarie a prova che l’arte del confronto verbale o musicale è tanto antica quanto l’umanità stessa. 

Può sembrare solo una provocazione, ma in realtà è una forma d’arte che spinge gli artisti a superare i propri limiti.

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