L’EDITOREEL: Anche Bonolis morso dal politically correct
E’ importante fare distinzione tra commenti volgari e quelli goliardici. Altrimenti di questo passo anche vecchi film comici, che contengono battute oggi ritenute sessiste, finiranno per essere banditi.
Anche Paolo Bonolis è caduto nella morsa del politically correct in occasione della serata inaugurale di Pesaro 2024 Capitale della cultura.
Prima per aver definito “signora” la direttrice d’orchestra e poi, ancor più grave, per aver scherzosamente definito sexy una orchestrale.
Non ho seguito la vicenda di persona ma solo attraverso le polemiche, e mi sembra strano come un precisino come Bonolis non sia stato poi in grado di pareggiare i conti lanciandosi anche su suoi simili, visto che si è fatta una differenza di genere.
Perché la cosa assurda è proprio questa: nel cercare parità si sottolineano le differenze.
Nel caso della direttrice d’orchestra sono d’accordo perché andava presentata con il ruolo che era stata chiamata a svolgere. Non era insomma quello il contesto per esprimersi in modo ossequioso. Perché signora e signore restano secondo me la forma più alta di rispetto, fuori dai contesti professionali ovviamente. Più di dottore e dottoressa, che pure crea una distinzione tra laureati e non…oltre alla confusione con chi esercita l’attività medica.
Ma, per tornare a Bonolis, immaginate se il conduttore avesse considerato sexy un uomo… non sarebbe stato strano e motivo di polemiche e diverse interpretazioni di ciò che in realtà sono solo momenti di vuoto da riempire in qualche modo durante un evento.
E’ importante che si facciano delle distinzioni tra commenti volgari e con secondi fini, e quelli goliardici e pronunciati con palese rispetto.
Altrimenti, anche film da sempre considerate opere d’arte cinematografica, che contengono battute oggi ritenute sessiste, dovranno essere banditi.