La rivoluzione dei bambini che chiedono rispetto

30 anni. 30 anni esatti da quando tutti i bambini hanno ricevuto per la prima volta il riconoscimento ufficiale di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.

Una vera e propria trasformazione in “recognized human beings”, in termini accademici e teorici, ed un grande passo verso l’adozione di un nuovo modo di vedere le cose in un mondo governato esclusivamente da adulti. Adottata nel 1989, ma ratificata solo il 27 maggio 1991 dall’Italia, la Convenzione ONU in realtà è stata un continuo della Convention on the Rights of the Child (CRC), già scritta nel 1923 da Eglantyne Jebb, l’attivista britannica che fondò Save The Childen pochi anni dopo. La CRC oggi è la base del lavoro di protezione di tutti i bambini, in Italia e nel mondo, con un approccio che è sempre stato basato sulla promozione e sulla tutela dei diritti dei bambini, i prossimi protagonisti del nuovo mondo 2.0 che si appresta ad entrare con prepotenza nelle nostre vite. Se oggi quindi tutti i bambini hanno gli stessi diritti, qualsiasi sia il loro sesso, luogo di nascita, religione e lingua, lo si deve alla convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenze: la giornata dedicata è si celebra in tutti gli angoli del mondo per sancire il diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo e a non essere discriminati in nessun modo e per nessun motivo. Ed è proprio la discriminazione la lotta principale contro cui puntare il dito, per mirare ad un futuro dove sia fondamentale la protezione dei diritti di tutti i bambini: tutelare quelli dei più piccoli, infatti, è l’unica maniera per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), tra i quali si ricorda quello incentrato sul diritto alla salute e all’educazione per i bambini.

30 anni fa il giorno della rivoluzione "bambinesca"
30 anni fa il giorno della rivoluzione “bambinesca”

La Convenzione dell’ONU, composta da 54 articoli, si è basata su 4 principi ispiratori: non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita e allo sviluppo, rispetto per l’opinione del minore. Perché serve la Giornata Mondiale per i diritti dei bambini? Perché, ancora oggi, molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze o abusi, discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza e disagio. Per questo è fondamentale sostenere il lavoro di associazioni onlus come la stessa Save he Children o Telefono Azzurro, solo per citare le più celebri. Proprio Telefono Azzurro ha condotto un’inchiesta nelle Indagini Nazionali sulla condizione dell’Infanzia e Adolescenza, presentando dei risultati su un campione rappresentativo di scuole di tutte l’Italia. La ricerca, realizzata con Eurispes e giunta alla sua tredicesima edizione, racconta il mondo dei bambini e degli adolescenti, fa il punto sulla conoscenza e il rispetto dei loro diritti, e serve da guida fondamentale per orientare le politiche sociali del nostro paese, comunque più avanti rispetto ad altri in Europa ed in altri continenti. Parentesi finale va fatta, infine, anche per i figli dei genitori separati, che forse oggi non vengono più discriminati come accadeva fino a poco tempo fa. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, infatti, ha redatto ultimamente una Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori: il documento, composto da dieci articoli che sanciscono altrettanti diritti di bambini e ragazzi coinvolti nel difficile periodo della separazione o del divorzio dei genitori, è il risultato di un lavoro di ascolto e partecipazione che ha coinvolto la Consulta dei ragazzi dell’Autorità garante ed esperti nei settori giuridico, sociale, psicologico e pedagogico.

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