L’ ombra di Totò aleggia al San Ferdinando
L’inconfondibile silhouette di Totò è stata vista ieri sera calpestare le assi del palcoscenico del teatro San Ferdinando, e non poteva essere altrimenti, visto il profondo legame tra la drammaturgia napoletana e la stessa struttura, che custodisce la celebre bombetta che ha reso celebre la “maschera” del Principe De Curtis.
L’ombra di Totò, lo spettacolo teatrale scritto da Emilia Costantini e diretto da Stefano Reali, vuole omaggiare colui che spese la propria vita professionale, in ogni film e per oltre vent’anni, quale controfigura ufficiale di Totò, Dino Valdi.
Dino Valdi, nome d’arte di Osvaldo Natale, ha recitato le scene più pericolose e più faticose di capolavori come “Totò al Giro d’Italia”, “Fifa e Arena” e tanti altri. Le scene e i ricordi, vengono raccontati in prima persona proprio da Dino, personaggio poco conosciuto ai più, perché sempre nascosto dalla luce del grande Totò. La rappresentazione si sviluppa con un’ipotetica intervista che una arrembante giornalista vuole estorcere a tutti i costi al povero Dino in casa propria, appena di ritorno dal funerale celebrato a Napoli di Antonio De Curtis.
L’interpretazione di Dino Valdi è stata affidata a Yari Gugliucci, eclettico attore salernitano con una già lunga carriera teatrale e cinematografica, il quale rappresenta il personaggio in maniera complessa e conflittuale, mettendo in scena i sentimenti contrastanti che lo stuntman nutriva verso lo stesso Totò. Il dissidio interiore di amore e odio vengono rimarcati nella rappresentazione da due donne, l’insistente giornalista e il primo grande amore del principe della risata, Liliana Costagliola. Valdi risulterà essere un personaggio privato della propria identità, addirittura adeguando il proprio pensiero a quello del grande artista, imitandone addirittura i movimenti da marionetta che lo resero celebre. Egli è in tutto e per tutto l’alter ego di Totò, il grande attore che egli stesso avrebbe desiderato essere ma che in realtà purtroppo, non lo è.
L’intervista immaginaria spinge Dino a liberarsi di quanto portava dentro, un segreto che doveva custodire come da patto stretto con la famiglia di Totò, quindi un po’ per frustrazione, un po’ per le armi di seduzione usate dalla cronista, vengono fuori aneddoti e fatti della vita privata dell’artista, che addirittura cozzano con l’idea comune che il pubblico aveva del nobile Antonio De Curtis, Principe di Bisanzio.
La procace giornalista, Rosa Spatafora, è interpretata in maniera adamantina dalla affascinante Sara Ricci, attrice romana, celebre volto della tv, che con le sue doti seduttive non solo fa parlare Dino ma lascia il pubblico incantato. Altrettanto degno di nota è il ritratto della vedette internazionale Liliana Costagliola, interpretata da Vera Dragone, artista poliedrica, che con la sua elegante bellezza algida, incarna a pieno la propria parte, interpretando un personaggio avvolto da un’aura di sacralità, aiutata dal proprio stile da donna d’altri tempi.
Alla fine di Totò resterà solo l’ombra, il tight e la bombetta sarà tutto ciò che Dino avrà tra le mani, oltre agli innumerevoli ricordi e agli aneddoti di una vita intera.
Lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro San Ferdinando di Napoli fino al 27 febbraio 2022.