Elettricità gratis in provinica di Belluno
In particolare l’emendamento prevede che alla scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, le opere, le centrali, le dighe e gli impianti, passino, senza compenso, in proprietà delle Regioni in stato di regolare funzionamento.
“L’emendamento che va a modificare il d.lgs. 79/1999 e la legge 134/2012 è una svolta epocale per la Provincia di Belluno. Non è un segreto, ci stiamo lavorando da un anno e lo avevamo annunciato in varie occasioni. Io e il collega Sertori, già presidente della Provincia di Sondrio e oggi assessore regionale in Lombardia, abbiamo da tempo le idee chiare sulla questione dell’idroelettrico e abbiamo trovato il massimo supporto da parte dei sottosegretari Giorgetti e Gava”.
A dirlo è l’assessore veneto con delega alla specificità di Belluno, Gianpaolo Bottacin, che sottolinea come “con l’approvazione dell’emendamento i nostri territori avranno una pioggia di denaro: una vera e propria anticipazione dell’autonomia”.
In particolare l’emendamento prevede che alla scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, le opere, le centrali, le dighe e gli impianti, passino, senza compenso, in proprietà delle Regioni in stato di regolare funzionamento.
“Sostanzialmente tutte le centrali idroelettriche presenti sul territorio – spiega l’assessore –, a fine concessione diventano pubbliche, senza alcun esborso. Lo ribadisco, una svolta epocale dato che a oggi ciò non accade, se non in Trentino Alto Adige da un anno a questa parte”.
Una volta scaduta la concessione, la Regione potrà fare una gara per individuare un nuovo concessionario o decidere se gestirla attraverso società o forme di partenariato in forma pubblico/privata.
“I criteri saranno decisi dalle Regioni in piena e totale autonomia – prosegue Bottacin –, ivi comprese le misure di compensazione ambientale e territoriale, anche a carattere finanziario, da destinare ai territori interessati dalla presenza delle opere e della derivazione. Ma non solo: i concessionari di grandi derivazioni idroelettriche dovranno anche corrispondere alle Regioni un canone, determinato con legge regionale, e tale canone sarà destinato, come minimo per il 60 per cento, alle Province il cui territorio è interessato dalle derivazioni”.
“Cosa assolutamente importante, e in vigore già da subito – sottolinea l’assessore –, è che nelle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico, le Regioni possono disporre con legge l’obbligo per i concessionari di fornire annualmente e gratuitamente alle medesime 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, per almeno il 50 per cento destinata a servizi pubblici e categorie di utenti dei territori provinciali interessati dalle derivazioni. Nello specifico ciò significa che la Provincia di Belluno avrebbe a disposizione ogni anno milioni di euro in termini di energia elettrica. Potrebbe illuminare municipi e scuole gratis o fornire questa energia a soggetti privati”.
Nel motivare ulteriormente la portata della novità l’assessore da subito sgombera il campo dal fatto che la Regione del Veneto voglia appropriarsi dei benefici di questo emendamento: “Esso vale, infatti, per tutta Italia e quindi per tutti i territori. Va però ricordato che in Lombardia e Veneto, non in Piemonte, è stata riconosciuta la specificità delle province di Sondrio e di Belluno. E quindi è del tutto evidente che in tali realtà sarà la Provincia il beneficiario dell’emendamento”.
In Veneto e Lombardia esistono infatti leggi regionali che già oggi attribuiscono il 100% dei canoni alle Province interamente montane di Belluno e Sondrio. “E così continuerà ad essere. Purtroppo, invece, il Piemonte non ha riconosciuto la specificità della Provincia di Verbania e infatti tale ente sta per dichiarare il dissesto finanziario, differentemente dalla Provincia di Belluno che ha un avanzo di amministrazione di 27 milioni di euro. Con questo emendamento comunque ci sarebbero benefici anche per Verbania, perché è fatto obbligo che almeno il 60 per cento dei canoni venga incassato dalle Province”.
“Una vera e propria rivoluzione – conclude Bottacin – che ci porterebbe a essere simili a Trento e Bolzano. Una vittoria del territorio che rivendichiamo con forza”.