Bonifiche e restauri: la battaglia all’amianto è appena iniziata

Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, ONA, sono circa 5000 le persone che in Italia muoiono a causa dell’inalazione di absteto, nome tecnico per indicare, appunto, l’amianto. L’esposizione a questi minerali, costituiti da fibre molto sottili, causa l’asbestosi, una malattia polmonare, mesotelioma e cancro del polmone.

L’amianto resta tra i principali killer per l’uomo e per l’ambiente. Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, ONA, sono circa 5000 le persone che in Italia muoiono a causa dell’inalazione di absteto, nome tecnico per indicare, appunto, l’amianto. L’esposizione a questi minerali, costituiti da fibre molto sottili, causa l’asbestosi, una malattia polmonare, mesotelioma e cancro del polmone. Nel nostro Paese l’estrazione, la produzione e la commercializzazione dell’amianto e dei vari prodotti da esso derivati è vietata dalla legge 257/27 del marzo 1992. Tutte le malattie legate all’amianto, però, richiedono in genere molti anni per manifestarsi e per questa ragione le statistiche attuali riflettono ancora i danni provocati diversi anni fa. Nonostante negli ultimi tempi si siano ottenute alcune importanti vittorie, la guerra per il totale annullamento dell’amianto, in Italia e nel mondo, deve ancora essere vinta. Sono ancora molti, infatti, i lavori di bonifica e restauro che devono essere effettuati per mettere al sicuro la nostra salute: secondo un rapporto di Legambiente, sui 370mila edifici censiti che necessitano di intervento, solo in 6.869 sono state effettuate le dovute operazioni.

Cos’è? L’amianto, o meglio, gli amianti, sono minerali costituiti in fibre molto sottili, resistenti al calore e alla combustione. Queste caratteristiche ne facilitano la diffusione: fino agli anni ‘80, momento di picco nella produzione e diffusione, l’amianto viene utilizzato nei materiali edilizi, tessuti e in alcuni componenti automobilistici. Del decennio successivo, però, iniziano a crescere le prove della sua tossicità che portano prima a una riduzione di impiego e, successivamente, al divieto di produzione in diversi Paesi, fra cui l’Italia. Chi continua a combattere la guerra contro l’absteto è ONA Onlus, Osservatorio Nazionale sull’Amianto, associazione di utilità sociale che dal 2008 promuove la tutela della salute e dell’ambiente. Per raggiungere i suoi obiettivi, l’associazione utilizza, in particolare, due strumenti di informazione e denuncia: da una parte il “Notiziario sull’Amianto ONA Onlus”, che funge da organo di stampa per tutti coloro che vogliono avere accesso a tutte le notizie e i fatti inerenti l’amianto e alla lotta per sconfiggerlo, mentre dall’altra la piattaforma digitale “ONA Guardia Nazionale Amianto”, che permette a tutti i cittadini di segnalare i luoghi in cui è presente l’amianto e contribuire così a mappare i siti contaminati, segnalandoli alle autorità competenti.

In Italia 5000 morti all'anno per colpa dell'amianto
In Italia 5000 morti all’anno per colpa dell’amianto

Un altro ruolo importante viene svolto dall’Associazione italiana esposti amianto, Aiea, realtà che, stando alle parole della sua presidente Maura Crudeli, “si prefigge a livello globale l’obiettivo dell’abolizione dell’amianto in ogni sua forma: estrazione, impiego produttivo e commercializzazione”. L’Aiea, in relazione agli attuali livelli di conoscenza scientifica sui danni causati alla salute dalla inalazione di fibre di amianto, sostiene che non esista alcun livello minimo di soglia al di sotto del quale vi sia sicurezza, e che quindi la massima concentrazione accettabile di fibre debba essere pari a zero. Anche il mondo politico si sta muovendo contro l’amianto. Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato un bando, da poco scaduto, dedicato proprio a restauro e bonifica da absteto. I Comuni potevano richiedere aiuti e sovvenzioni per mettere in sicurezza edifici e luoghi pubblici, con precedenza a scuole, parchi giochi e strutture di accoglienza.

Per quanto riguarda i lavori, però, è importante distinguere tra le riparazioni e le attività di bonifica: se le prime non consentono la totale eliminazione dell’amianto ma permettono solo di limitare potenziali danneggiamenti dei materiali, con conseguente rilascio di sostanze dannose, la bonifica consente un intervento più profondo, che elimina il problema dell’amianto alla radice. Gli edifici storici e i monumenti non sono esclusi dai rischi da amianto: secondo il quotidiano “Le Parisien”, infatti, il restauro della Tour Eiffel ha causato qualche problema a causa dell’eccessiva quantità di piombo nocivo trovato negli strati inferiori di vernice.Un segnale positivo a livello internazionale arriva dal Cancerhazards, secondo cui la produzione di amianto è crollata drasticamente in tutto il mondo. Dal 2012 al 2015 la produzione sarebbe scesa da 2,1 milioni di tonnelate a 1,4 milioni. Alla base di questo calo c’è il divieto di estrazione di amianto, in vigore in quasi tutto il mondo. Le uniche Nazioni che continuano a produrlo e utilizzarlo sono Russia, Cina e Kazakistan ma anche in questi Paesi i numeri sono in calo.

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