Avis per la salute collettiva
di Federica Riccio
Una giornata di dibattito e di studio che coinvolgerà i più autorevoli trasfusionisti e i rappresentanti delle Istituzioni locali. Venerdì 4 aprile a Napoli, a partire dalle 14 e 30 AVIS, la più importante associazione di volontariato sangue in Italia ed in Campania, organizza un convegno che parte da una precisa mission: “Avis per la Salute collettiva”. Nelle due sessioni in programma l’evento si focalizzerà prima sulle malattie trasmissibili attraverso le trasfusioni; quindi sugli strumenti che l’associazione mette in campo in tema d’innovazione e ricerca, in particolare in Campania; poi sulle criticità rappresentate dall’accreditamento. La prima parte sarà aperta da una lezione magistrale tenuta dal professor Silvano Wendel, uno dei maggiori medici trasfusionisti del mondo, past president dell’ISBT la società internazionale di Medicina Trasfusionale. Successivamente, sono previsti gli interventi di Walter Geremicca, primario dei Centri Trasfusionali di Cosenza e Crotone, sul rischio residuo delle malattie trasmissibili in Italia; seguirà l’intervento di Nicola Scarpato, direttore del Centro Regionale Sangue e ordinario della Federico II, che si focalizzerà sulle malattie trasmissibili in Campania. Concluderà la sessione un intervento sulla valenza dell’AVIS come strumento di innovazione e ricerca scientifica. Un contributo che si rivela fondamentale, vista la particolare situazione epidemiologica della regione, dove alcune forme di epatite B ed epatite C sono endemiche.
Il pomeriggio ospiterà una importante tavola rotonda con la partecipazione dei dirigenti dell’Assessorato alla Salute della Campania e con i direttori dei Servizi Trasfusionali Campani. Una sessione di particolare interesse perché tutte le Strutture Trasfusionali della Campania (Servizi trasfusionali ed Unità di Raccolta) dovranno obbligatoriamente accreditarsi entro fine anno, pena l’esclusione dal circuito nazionale. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo comporterebbe per la Campania un passo indietro di 40 anni e l’autosufficienza raggiunta faticosamente, grazie all’AVIS verrebbe messa in discussione con enormi danni economici per la nostra regione, che dovrebbe importare sangue dal Nord con un pesante esborso economico. Ancor più grave potrebbe accadere che, in mancanza di accreditamento, il plasma prodotto dalla nostra Regione non sarà più ritirato dall’industria e verrà meno quello scambio virtuoso che oggi permette alle ASL ed AO di ricevere in cambio del plasma donato emoderivati industriali. Tutto ciò in una regione che già spende decine di milioni di euro per i farmaci derivati dal sangue. Invece di ridurre questa spesa, avendo un maggior numero di donazioni di plasma, il mancato accreditamento avrebbe un effetto immediato aumentando tale capitolo di spesa. Per evitare ciò sarà necessario che ognuno faccia la sua parte: associazioni, professionisti e soprattutto la Regione.